Scandalo Volkswagen s’allarga. La Bild: “Coinvolta anche Bmw”

Lo scandalo Volkswagen si allarga e arriva a coinvolgere anche la Bmw. Lo scrive la Bild: “I veicoli produrrebbero emissioni 11 volte superiori ai test su strada”. Il giornale tedesco cita i dati del Icct (International Council on clean transportation) secondo cui le Bmw X3Drive 20d avrebbero superato i limiti previsti dalle norme Euro6 sulle emissioni di ossido di azoto. A seguito di questi rumors, Bmw ha perso in borsa fino al 10% e continua la seduta in ribasso. Puntuale la smentita della società: “Bmw non manipola i suoi veicoli, non distingue fra strada e test in laboratorio”. Intanto interviene sul tema anche la portavoce della Commissione Ue per il mercato interno, Lucia Caudet, ricordando che la questione verrà discussa “nell’incontro imminente” a Bruxelles con le autorità nazionali di omologazione. “Quello che è veramente necessario ora è avere una fotografia chiara della situazione, di quanti veicoli ci sono in Europa con il software ingannevole”.

I CLIENTI Nell’aprile scorso, Volkswagen ha inviato una lettera ai proprietari californiani di vetture diesel per informarli della necessità di “un richiamo per problemi di emissioni”. Ai proprietari di auto Volkswagen e Audi è stato chiesto di portare le loro auto ad un concessionario per l’installazione di un nuovo software che assicurasse le basse emissioni. La casa automobilistica però non chiarì che l’operazione era stata avviata solo per rispettare con un escamotage i severi standard qualitativi delle autorità di controllo locali. Autorità che erano da mesi perplesse sulle macroscopiche differenze tra le emissioni registrate in laboratorio (quelle truccate appunto con il software che alterava i risultati) e quelle nelle prove su strada.

PENSIONE MILIONARIA ALL’EX AD “Serve un nuovo inizio ma non ho mai fatto niente d’illegale”. Martin Winterkorn (foto) ha diritto a 28,6 milioni di euro di pensione. Il manager potrebbe raccogliere inoltre una buonuscita ancora più alta, a seconda di come il comitato di sorveglianza dell’azienda classificherà la sua uscita di scena. Ieri il portavoce di VW non ha voluto pronunciarsi sui soldi che spetteranno Winterkorn. Alla fine dell’anno scorso la pensione maturata dall’amministratore delegato aveva raggiunto la cifra di 28,6 milioni di euro, anche se la sua liquidazione potrebbe includere due anni di retribuzione aggiuntiva per un totale di 33 milioni. Winterkorn è il Ceo più pagato della Germania e lo scorso anno ha guadagnato 16,6 milioni di euro. In totale, in conclusione, arriverebbero nelle tasche dell’ex ad circa 60milioni. Se il board decidesse però di porre fine al mandato di Winterkorn prima della scadenza, la buonuscita potrebbe venire drasticamente ridimensionata. Nel comunicato del board, comunque, si sottolinea che “Winterkorn non era a conoscenza della manipolazione dei dati” e veniva ringraziato per il suo elevato contributo alla società. Intanto già venerdì prossimo potrebbe essere nominato il nuovo amministratore delegato. Il supervisory board starebbe guardando a due nomi: Matthias Mueller, appoggiato dalle famiglie che controllano Vw, e Herbert Diess, un ex dirigente Bmw e scelto quest’anno per guidare la nuova divisione Brand del gruppo. Per Commerzbank un possibile candidato sarebbe anche Sascha Gommel, capo di Skoda, la società ceca controllata dalla casa di Wolfsburg. L’unica cosa al momento certa è che il successore non sarà un esterno al gruppo.

BERLINO  Le manipolazioni sui dati delle emissioni di auto diesel Volkswagen hanno avuto luogo anche in Europa. Lo ha ammesso, secondo quanto fa sapere il ministero dei Trasporti tedesco, la stessa Volkswagen. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint precisa di non sapere quanti degli 11 milioni di veicoli VW interessati si trovino in Europa. Inoltre Dobrint non sa, al momento se ci siano altre case automobilistiche coinvolte nello scandalo, ma fa sapere che ci saranno dei test a campione sulle emissioni delle auto prodotte da altre compagnie. Dobrint inoltre rende noto che Berlino concorderà nei prossimi mesi nuovi test sulle emissioni delle auto europee, effettuati su strada e non in laboratorio. Lo scandalo Volkswagen finora era limitato agli Stati Uniti dove la stessa VW aveva ammesso di aver truccato i dati sulla misurazione delle emissioni di gas di scarico di 482 mila auto. La casa di Wolfborg aveva anche reso noto che nel mondo sono 11 milioni le auto dorate del dispositivo che aveva consentito la manipolazione sulla emissioni negli Usa.

L’UE: “INDAGATE” L’Ue continua a chiedere ai Ventotto di indagare, la commissione Ue non si stanca di ripetere quanto dice dal primo giorno in cui è esploso lo scandalo dei dispositivi truccati per ingannare i controlli sulle emissioni inquinanti delle auto Volkswagen negli Stati Uniti: “Quello che serve è un quadro completo della situazione, invitiamo tutte le autorità nazionali a indagare e a riferire a Bruxelles”, ha detto anche oggi la portavoce Lucia Caudet. Ricordando che non trattandosi di questioni legate alla concorrenza la Commissione non può avviare un’indagine europea, Lucia Caudet ha ricordato che i dispositivi ingannevoli sono vietati dal 2007 e che dal gennaio dell’anno prossimo i test verranno fatti in laboratorio simulando le condizioni della guida su strada. Ancora, ha aggiunto, la Commissione sta lavorando per perfezionare ulteriormente il sistema di controllo.

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