Scarcella Perino, negli States sulle ali della musica

10 febbraio 2014

Roberto Scarcella Perino, compositore e pianista, classe 1967, dal 2001 negli States, torna ogni tanto in Sicilia, a Messina, sua città natale. Anche perché ormai la sua vita è totalmente concentrata sulla sua attività di compositore e di professore alla New York University, per la quale tiene ogni estate un corso sull’operismo italiano. Come dire, uno dei “cervelli” nostrani che hanno trovato soddisfazioni professionali fuori dall’Italia. Una lunga serie di concerti tenuti negli States, tra cui a New York, Ohio, e Missouri, e che hanno visto protagoniste alcune sue composizioni eseguite dal duo sax e piano composto da Valentina Renesto e Giuseppe Bruno (NY e Missouri)), e dal Saxophone quartett and piano composto da James / Reed / Reilly / Sigman (Ohio University). Lo incontriamo nella città dello Stretto, dove è venuto per prendere parte ad un concerto organizzato dalla Filarmonica Laudamo, associazione musicale di Messina. Nel corso della manifestazione, sono stati eseguiti in prima la sua Piano Sonata n. 1, il  Piano Concerto n. 1 per Piano e Quartetto di sassofoni, e le Variations on Mozart’s Variations for Saxophone Quartet and Piano.  Programma presentato anche alla Casa Italiana Zerilli Marimò, a New York, e alla Truman State University in Missouri – dove alla Sonata si è aggiunto anche il Capriccio n.1 – mentre alla Ohio University è stato eseguito il Concerto. Le composizioni di Scarcella Perino riconducono al mondo, quasi perduto della melodia. Una melodia che, pur trovando le sue basi nello stile compositivo moderno, trova una sua originalità con rimandi anche classici, senza tuttavia essere mai semplice emulo, ma dando anzi nuovi impulsi armonici.

L’atonalità sembra essere scomparsa nelle sue composizioni.

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“Sembra sì, ma in realtà è sempre presente. Fa parte della mia formazione di compositore. Mi serve e continuo ad utilizzarla se è finalizzata al dramma. Ma resto un romantico e un melodico. La melodia è importante. Non posso farne a meno”.

Tre opere , tre balletti, diverse composizioni da camera. Quanto è difficile oggi emergere per un compositore? Vedere le proprie composizioni eseguite, rappresentate?

“Non è semplice. E’ una battaglia continua, ma l’ambiente americano stimola il lato manageriale di un compositore che oggi diventa promoter di se stesso. Così anche il linguaggio compositivo tende a dover soddisfare le esigenze di ascolto, mescolando anche vari generi, non solo classici. Bisogna riuscire a trovare un compromesso, un equilibrio che soddisfi te stesso, ciò che senti, ma anche il cosiddetto mercato”.

Compone anche alla musica da film…

“Sì. E’ qualcosa che avevo già cominciato a fare quando ero in Italia. Era uno dei filoni che seguivo durante il periodo di studio. E’ un’ottima opportunità. Ma il mio campo resta comunque il mondo della cosiddetta musica colta, classica. Anche se comporre per il cinema è sicuramente entusiasmante, come non si può negare che è una fonte di guadagno più sicura”.

E nel futuro?

“Diversi appuntamenti. Diverse idee. Sempre a New York a maggio verrà rappresentato il Ciclo di arie per coro di voci bianche ‘La passione dell’Aria’.  Ho un interesse particolare per la musica vocale e qui ho scoperto un interessante coro di voci bianche cui mi sono ispirato per la composizione. Ma ciò a cui tengo particolarmente è un’opera, su cui sto lavorando, ispirata al romanzo Paul et Virginie di Bernardin de Saint Pierre, su testo di Felice Bisazza. Ho scritto alcune scene, già rappresentate. Ora cerco un produttore, un teatro e un regista”.

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