Scatta l’aumento stipendi dei sindaci, fino a 14 mila euro al mese

E’ stato un percorso per gradi, il primo incremento del 45% nel 2022

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A fine mese, sindaci come Roberto Gualtieri e Giuseppe Sala, intascheranno uno stipendio di circa 14mila euro. Un compenso mensile che, seppur lordo, entra al cento per cento a regime da questo nuovo anno, 2024. E’ l’effetto della legge di bilancio 2022 del governo Draghi, un provvedimento che ha incrementato l’indennità di funzione di sindaci, vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali. La norma, concepita per evitare di scoraggiare l’impegno degli amministratori locali, si è tradotta in un aumento progressivo di compensi basati sulla popolazione amministrata e correlati ai trattamenti economici dei presidenti di Regione. Norma che ha fatto scattare già il primo aumento salariale del 45 per cento nel 2022 rispetto ai compensi del 2021; il secondo del 68 per cento nel 2023, culminando nel 2024 con un rialzo pari al 100 per cento.

E così con l’ultimo scatto di stipendi entrato in vigore quest’anno, per sindaci & C. si profilano emolumenti significativi, soprattutto nelle città metropolitane, dove le retribuzioni possono quasi raddoppiare. Questa norma ha anche impattato i compensi massimi mensili percepibili dai consiglieri comunali, legati a una percentuale dell’indennità del sindaco e condizionati dalla partecipazione alle sedute. Andiamo con ordine. Fino al 2021 gli stipendi dei sindaci erano ai livelli fissati nel 2000. Ed erano stati ulteriormente ridotti del 10 per cento nel 2006. Ora, invece, in soldoni, lo stipendio dei sindaci di Roma e delle altre città metropolitane salirà da 7mila a 13.800 euro. Un bel malloppo, se si pensa che la retribuzione del presidente della Repubblica, spalmata su 13 mensilità, arriva a 18.400.

E in un comune come Rieti, capoluogo di provincia con meno di 50 mila abitanti, va ancora meglio: il sindaco nel 2024 prenderà ben 9.660 euro al mese di stipendio, ovvero più 159 per cento rispetto al 2021. Ma non tutti gli emolumenti dei primi cittadini raddoppiano. L’aumento è sì pari a quasi il 100 per cento per i sindaci metropolitani, come detto, ma da lì in giù va a scalare in base alla popolazione: e così lo stipendio incrementa dell’80 per cento per i comuni capoluogo di regione e di provincia con popolazione superiore ai 100 mila abitanti e arriva a 11.040 euro. E’ il caso di Pescara o Perugia, dove un sindaco prendeva due anni fa 5.205 euro lordi, mentre da quest’anno porterà a casa un compenso di 11.040 euro lordi al mese. A Viterbo si passa da 4.508 a 9.660 euro al mese.

Per i primi cittadini di capoluogo di provincia da 50 mila a 100 mila abitanti lo stipendio cresce del 42 per cento, toccando 9.660 euro, mentre il sindaco di una città con 250 mila abitanti avrà un aumento di mille euro al mese, arrivando a 6.210. Nei comuni da 30 mila a 50 mila abitanti passa da 3.886 a 4.830 euro, per quelli da 10 mila a 30 mila va da 3.396 a 4.140 euro. Fino a salire solo del 16 per cento per i sindaci di comuni fino a 3 mila abitanti, ovvero 2.208 euro lordi al mese. Il provvedimento del governo Draghi ha un costo totale per il bilancio dello Stato di 100 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 220 milioni nel 2024. Per gli italiani, invece, non resta che continuare a stringere la cinghia.