di Laura Della Pasqua
La sanità si prepara ad assumere 3mila medici e a riassorbire i precari. Lo sblocco del turn over sarà definito con un emendamento alla legge di Stabilità che il governo sta preparando per fare fronte all’entrata in vigore, da oggi, delle norme europee sui riposi e l’orario di lavoro del personale medico e degli infermieri. Due le regole Ue che saranno applicate nel nostro sistema sanitario: la durata media dell’orario di lavoro non potrà superare, per 7 giorni, le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario; inoltre, è previsto il diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. Ma per far fronte alla nuova organizzazione imposta dalla Ue, al Servizio sanitario nazionale mancano «almeno 5mila medici», ha spiegato la Fp-Cgil Medici. In caso di mancato rispetto delle nuove norme europee, le Direzioni territoriali del lavoro potranno sanzionare economicamente chi ha disposto la violazione. In caso di sforamento delle 48 ore medie settimanali si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 10.000 euro, mentre in caso di violazione delle 11 ore di riposo giornaliere la sanzione va da 100 a 3000 euro. L’emendamento del governo punta dunque a colmare il vuoto occupazionale per rendere possibile l’applicazione dell’orario europeo di lavoro, avendo come priorità anche la stabilizzazione dei precari. Secondo una rilevazione della Fp-Cgil Medici, su un totale di 108.115 medici del Ssn, i precari sono 7.399.
Il nodo sarebbero comunque le coperture: il provvedimento richiede almeno 300 milioni. Intanto si sono mosse la Lombardia e il Veneto, prevedendo nuove assunzioni in aree particolarmente critiche: dal pronto soccorso ai punti nascita, fino ad anestesia e rianimazione e terapie intensive. Ovviamente a nuovi ingressi in questi reparti dovranno corrisponderne meno in altri, in base alle necessità di ciascuna azienda sanitaria. Il tema della libera professione è uno degli aspetti più critici. E viene affrontato diversamente dai provvedimenti presi, al momento, dalle Regioni su questo tema. Secondo la circolare dell’assessorato alla Sanità della Regione Veneto, «al di là di ogni ragionevole dubbio», la libera professione aziendale deve rientrare nell’ambito dei limiti europei dell’orario lavorativo. Sulla stessa linea la Lombardia, per cui la libera professione deve essere considerata fuori dal conteggio del turno lavorativo, a meno a che non sia l’azienda a chiederla per snellire le liste d’attesa.