Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, non è riuscito a convincere gli Stati membri a evitare la designazione di due nuovi commissari Ue di “transizione” per sostituire l’ex vicepresidente Andrus Ansip, estone, responsabile per l’unione del mercato digitale, e l’ex commissaria alle Politiche regionali, Corina Cretu, rumena, che sono stati eletti al Parlamento europeo e non hanno rinunciato al seggio. La transizione riguarda il periodo residuo di meno di quattro mesi fino al termine del mandato dell’attuale Esecutivo comunitario, il prossimo primo novembre. Di norma, i commissari europei che cessano anzitempo dalle loro funzioni possono essere sostituiti da loro connazionali designati dal governo del paese di appartenenza.
Ma Juncker in questo caso aveva cercato di evitarlo, affermando di potere benissimo affidare ad altri membri della Commissione i portafogli dei commissari dimissionari; e aveva già assegnato il portafogli delle Politiche regionali all’austriaco Johannes Hahn (responsabile per le Politiche di vicinato e l’allargamento dell’Ue), e quello per l’Unione digitale al vicepresidente Marso Sefcovic, slovacco, responsabile per l’Unione dell’Energia. Il presidente della Commissione aveva fatto notare pubblicamente che ogni commissario ad interim costa circa 1 milione di euro aggiuntivi (stipendio, contributi e diritti pensionistici, indennità di trasferimento, costi del gabinetto etc.). Uno spreco che in questo caso si sarebbe potuto risparmiare. Ma il Consiglio Ue non ha approvato la proposta di Juncker (era necessaria l’unanimità) e ha, al contrario, registrato le designazioni di due nuovi commissari da parte dei governi dell’Estonia e della Romania, per sostituire rispettivamente Ansip e Cretu.
Il governo estone ha proposto la signora Kadri Simson, ex ministro degli Affari economici e delle Infrastrutture con in più una lunga esperienza di parlamentare nazionale, mentre il governo rumeno ha designato Ian Mircea Pascu, parlamentare europeo ed ex ministro della difesa. La risposta di Juncker, riferita oggi a Bruxelles dalla sua portavoce Mina Andreeva, è stata gelida: il presidente della Commissione “ha espresso rammarico per il fatto che il Consiglio non abbia accettato la sua proposta”, e sottolineato che “la responsabilità di questa decisione è del Consiglio, in particolare riguardo alle sue implicazioni finanziarie”. Andreeva ha spiegato che Juncker ora dovrà incontrare i due commissari designati ad interim, interrogarli per verificarne le competenze e le capacità, “riflettere e meditare” e infine decidere quali portafogli e quale ruolo assegnare loro. Dopodiché i due commissari designati dovranno sottoporsi alle audizioni davanti alla commissione o alle commissioni del Parlamento europeo competenti per le materie dei loro portafogli.
Le audizioni dovrebbero tenersi entro il mese di luglio, oppure rischiano si svolgersi al rientro dalle vacanze estive, a settembre – ottobre, praticamente in contemporanea con le altre audizioni di tutti i commissari designati per la prossima Commissione, il cui mandato comincerà, salvo sorprese, il primo novembre. Forse è proprio quello che vuole Juncker: mostrare quanto paradossale, e inutilmente costoso, sia non averlo ascoltato: e questo vale soprattutto per quanto riguarda il rumeno Mircea Pascu, che probabilmente sarà in carica solo qualche settimana e dovrà lasciare il posto dal primo novembre a un nuovo commissario designato da Bucarest. Più ‘ragionevole” è invece la posizione del governo estone, che ha designato la signora Kadri Simson già in partenza come membro della prossima Commissione, oltre che come commissaria ad interim fino alla fine del mandato dell’Esecutivo attuale. In questo caso, potrebbe comunque esserci un cambio di portafogli nel passaggio del primo novembre, dato che starà al successore di Juncker decidere le attribuzioni di tutti i commissari. askanews