Politica

Schiaffo a Trump, programma ‘dreamer’ va avanti

Schiaffo della Giustizia Usa alle politiche di Donald Trump sull’immigrazione. Un giudice di San Francisco ha accolto una richiesta di bloccare temporaneamente la decisione dell’amministrazione di interrompere il Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), il programma voluto da Barack Obama per tutelare i ‘dreamer’, 800.000 immigrati portati negli Usa quando erano bambini da genitori clandestini. Il giudice distrettuale William Alsup ha deciso di bloccare l’interruzione del programma, che per il presidente Donald Trump dovrebbe avvenire entro il 5 marzo, fino alla fine delle cause avviate: restano quindi in vigore Obama. Il giudice ha ordinato di continuare ad applicare il Daca su tutto il territorio degli Stati Uniti perche’ l’opinione del ministero della Giustizia, secondo cui il programma e’ illegale, si basa “su un fondamento giuridico difettoso”. A settembre, Trump aveva annunciato l’intenzione di abolire il piano di tutele, ma aveva posticipato di sei mesi l’applicazione di questa decisione, scaricando la patata bollente sul Congresso, a cui ha chiesto di trovare nel frattempo una soluzione per i circa 800.000 ‘dreamer’, che altrimenti dovranno lasciare il Paese.[irp]

Intanto, mentre continuano el trattative con i democratici, Trump insiste sul finanziamento del muro al confine con il Messico come condizione per mantenere in piedi le tutele rispetto alla espulsione di coloro che possono dimostrare di essere arrivati prima del 16esimo compleanno e di aver soggiornato negli Stati Uniti per diversi anni senza aver commesso crimini. “Il nostro Paese ha bisogno della sicurezza del muro alla frontiera meridionale e cio’ deve essere parte di ogni approvazione del Daca”, ha scritto su Twitter. L’abolizione del Daca e’ stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Trump, che aveva definito il provvedimento di Obama una “amnistia” illegale. A settembre, quando il presidente annuncio’ l’abolizione del daca, il governatore e l’attorney general dello Stato di New York, Andrew Cuomo e Eric Schneiderman minacciarono di fargli causa. I democratici e anche una parte dei repubblicani si erano detti contrari alla decisione e la Silicon Valley si era mobilitata con una richiesta firmata da 350 amministratori delegati, tra i quali il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e Jeff Bezos. L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ricordano che con la sua azienda lavorano 250 ‘dreamer’, aveva annunciato una battaglia sui diritti civili.[irp]

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redazione