Il congresso Pd entra nel vivo, i nomi che si contenderanno la segreteria cominciano a farsi avanti e adesso la vera discussione si sposta sulla data delle primarie, che l`ala moderata dei democratici – ma non solo – vorrebbe anticipare a fine gennaio-inizio febbraio. Elly Schelin interrompe un lungo silenzio e dice che non si può “stare a guardare”, annuncia la propria partecipazione al “percorso costituente” e lancia quasi una forma soft di rottamazione, promettendo di liberare “le migliori energie che ci sono, dentro la comunità democratica” e guardando anche fuori dai confini del partito”. Soprattutto, avverte mandando un messaggio alle correnti, “non accetto la cooptazione”. A poche ore di distanza, poi, Goffredo Bettini presenta il suo ultimo libro insieme ad Andrea Orlando e Giuseppe Conte e pone con chiarezza il nodo da sciogliere: “Nel Pd c`è una contraddizione identitaria, soprattutto dopo la segreteria di Renzi”. E lui non ha dubbi su quale debba essere il profilo ideale: “In Italia ora non c`è una sinistra. Voglio torni ad essere la più grande forza della sinistra italiana”.
Le “due” anime del Pd
Un terreno che si apprestano a presidiare in molti, in vista del congresso. La Schlein traccia una sua “agenda” che mette al centro tutti temi cari alla sinistra: “La lotta al lavoro povero e precario”, “l`emergenza climatica”, “il femminismo e la lotta al patriarcato”, la “lotta alle diseguaglianze”. Questioni sulle quali insiste anche Andrea Orlando, che affianca Bettini durante la presentazione del libro. “Il Pd ha al suo interno due anime: una che ritiene che il capitalismo in fondo va bene così com’è e un’altra che, con gradi diversi, esercita una critica. E’ chiaro che non si può più cercare di gestire questa differenza con la reticenza. Perché altrimenti si lascia uno spazio a chi fa ‘anche’ la sinistra non sempre essendola…”. Sono in molti a pensare che per la segreteria possano presentarsi sia la Schlein che Orlando, che appunto ha la benedizione di Bettini. La sinistra del partito da questo punto di vista non è un monolite, e la Schlein ha messo in chiaro che intende giocare con regole nuove, senza affidarsi appunto alla “cooptazione”.
La sfidante più temibile per Bonaccini
Un modo per rispondere anche alle voci di un accordo siglato con Dario Franceschini, ma un avvertimento a tutte le correnti del partito. La neo-deputata Pd, che i sondaggi accredito come la sfidante più temibile per Stefano Bonaccini, candidato in pectore del fronte moderato del partito, ha lavorato molto anche fuori dal Pd e infatti rivolge un appello a quei mondi, li invita a superare lo scetticismo verso il Pd ricordando che un nuovo “campo progressista” si può costruire solo insieme alla “comunità democratica”. E poi fa appello alle “energie nuove” che ci sono sia dentro che fuori il Pd. Si rivolge agli “amministratori” che anche in casa Pd scalpitano per scardinare l`attuale gruppo dirigente. Orlando, però, sembra pienamente in campo. Si vedrà nelle prossime settimane cosa deciderà di fare, ma da settimane scrive documenti e partecipa a iniziative. Anche lui denuncia: “E’ in atto un tentativo di cancellare la sinistra almeno nel suo portato storico in questo paese”.
Prima battaglia all`assemblea nazionale
Di sicuro, la prima battaglia andrà in scena la prossima settimana all`assemblea nazionale. La questione della data delle primarie sarà al centro del dibattito, negli ultimi giorni parecchi hanno chiesto un anticipo. La Schlein si è limitata a dire che non serve “una corsa frettolosa” ad una nuova leadership, quello che è necessario è fare “una riflessione” sull`identità del Pd. Orlando dice cose simili: “Abbiamo bisogno in questo momento di fare una riflessione di riposizionamento di carattere strategico e solo dopo di scegliere i nomi”. Quello che forse l`ex ministro non condivide del tutto è l`impianto “nuovista” della Schlein rispetto alla classe dirigente. Ma di questo si parlerà nelle prossime settimane. Il primo punto, adesso, è capire come finirà il braccio di ferro sul congresso.