Politica

Scintille Lega-M5s. E il Colle prepara consultazioni

Clima incandescente, tra Lega e M5s, alla vigilia del secondo giro di consultazioni. Il botta e risposta sempre piu’ duro tra i due leader agita le acque, mentre al Quirinale si sta decidendo la data del secondo giro di colloqui che dovrebbe portare alla formazione del nuovo governo, decisione che potrebbe essere presa domani. Un compito, dare al Paese un esecutivo, che appare, se possibile, ancora piu’ arduo della scorsa settimana, dato che i veti sono diventati ancor piu’ radicali degli scorsi giorni e non si vedono gli spiragli di dialogo auspicati. Ma la speranza, al Colle, e’ l’ultima a morire e si nota che sono passati solo due dei giorni lasciati ai partiti per riflettere: in una giornata di temporale primaverile, ci si augura che le scintille di queste ore siano la proverbiale tempesta prima della quiete. Dunque nella due-giorni che si svolgera’ o giovedi’ e venerdi’ o venerdi’ e sabato, Sergio Mattarella attende di sentire dalla viva voce dei leader quali sono i loro orientamenti, prima di decidere i passi successivi.

Intanto i mercati internazionali, scrive il Financial times, confidano nell’opera del Capo dello Stato, descritto in un editoriale come l’unico che puo’ sbrogliare la matassa di un voto che viene considerato dal giornale della City come “il piu’ grosso terremoto politico in Europa” dopo la Brexit. L’iter per giungere al nuovo governo “potrebbe andare avanti per almeno due mesi”, ma fortunatamente Mattarella gode della fiducia generale e “rammentera’ sicuramente ai leader di partito l’esigenza di trovare una soluzione che rispetti i vincoli europei e transatlantici dell’Italia”. “La rassicurante presenta di Mattarella e’ una delle ragioni per cui i mercati finanziari non sono apparsi turbati dalle elezioni” scrive il Ft.

Al Colle si valuta la data migliore per nuove consultazioni

Come a voler ricordare che finora si e’ avuta pazienza, ma che questa non e’ infinita: “L’Italia – prosegue l’editoriale – puo’ difficilmente permettersi una paralisi prolungata”. Per evitare la quale, se non si giungesse a un governo politico, il quotidiano ipotizza “un governo ad interim” non meglio definito, che riformi la legge elettorale e porti a nuove elezioni con “un vincitore chiaro”. Insomma, l’aria e’ pesante, lo stallo tra centrodestra e M5s e’ ormai sclerotizzato, anche se molti si attendono novita’ da un eventuale incontro tra Salvini e Di Maio, dopo i fuochi d’artificio del week end. Al Colle si leggono tutti i movimenti, si valuta la data migliore per le nuove consultazioni, ma un ulteriore slittamento delle consultazioni si potrebbe avere solo se si fosse gia’ vicini ad un accordo e mancassero solo piccoli dettagli, il clima pero’ non sembra far pensare a questo scenario.

Il rischio e’ che anche il secondo giro di colloqui al Quirinale possa non portare a una soluzione. L’idea, quindi, sarebbe una nuova pausa di riflessione nel week end per poi giungere a una determinazione nella settimana successiva, ancora non si sa se foriera di un terzo giro di consultazioni o meno. Certo, non sfugge a nessuno che l’ipotesi di un preincarico non sembra incontrare l’entusiasmo dei possibili protagonisti. Matteo Salvini ha detto chiaro e tondo che non accetterebbe di andare alle Camere senza i voti gia’ in tasca.

Preincarico non prevede voto Parlamento

Ma e’ anche vero che e’ lo stesso Mattarella a non voler mandare un premier allo sbaraglio, in aula, senza la certezza dei voti. Va pero’ detto che il preincarico non prevede un voto del Parlamento, ma solo una investitura formale per avviare quei colloqui da tutti annunciati la scorsa settimana al Colle e da nessuno ancora messi in atto. Nel frattempo molti, a partire dal leader leghista, agitano lo spettro del voto anticipato. Una opzione che finora al Quirinale non viene considerata praticabile. Tornare alle urne dopo nemmeno due o tre mesi dalle consultazioni nazionali, senza aver nemmeno cambiato la legge elettorale, e’ considerato precipitoso e potrebbe tra l’altro riprodurre lo stesso stallo concretizzatosi dopo il 4 marzo.

Anche rivotare in autunno, con la legge di bilancio da varare non appare un’idea brillante, ma l’autunno, in questo contesto, viene considerato un orizzonte molto lontano. L’obiettivo resta di dare un governo al Paese e un tentativo in questo senso Mattarella sembra intenzionato a farlo prima dell’inizio dell’estate. Ma si sa che il Presidente e’ abituato a fare un passo per volta, senza innamorarsi di scenari futuribili che rischiano di venir smentiti dai fatti. E il primo passo, al momento, sono le consultazioni di questo fine settimana.

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