Sciopero a Gela, Eni conferma 2,2 mld investimenti
Gela si mobilita e oggi scende in piazza per lo sciopero generale proclamato dal Consiglio comunale in difesa della sua unica, consistente realtà produttiva, la raffineria dell’Eni. Cinquant’anni di industria, anche se ridimensionati dalla crisi, vengono messi in discussione dai ritardi della politica e dal mancato rilascio delle autorizzazioni ministeriali per la riconversione degli impianti che, abbandonato il petrolio per scelta strategica, dovrebbe portare alla produzione di bio-carburanti, grazie a un protocollo che prevede investimenti Eni in Sicilia, confermati ieri sera dall’azienda, per 2,2 miliardi di euro. Assieme ai lavoratori dell’indotto e del diretto, che da otto giorni con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil presidiano le vie di accesso alla città, sfileranno fra poco in corteo tutte le categorie produttive, gli studenti, i professionisti, i pensionati, i sindaci dei comuni del comprensorio e il clero gelese, schierati apertamente al fianco delle maestranze in lotta. Chiuse le attività commerciali e artigiane. La manifestazione si concluderà davanti al municipio, per sottolineare l’unità della città che “non vuole morire di disoccupazione e sottosviluppo”. Lo sciopero di oggi è solo una tappa del percorso rivendicativo del territorio. Si attende la firma dell’accordo di programma e del piano industriale per Gela. Domani, a Roma, è prevista una riunione al Ministero del lavoro dove sono stati convocati il sindaco, Domenico Messinese, e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta (anche lui gelese), per definire misure straordinarie sull’uso degli ammortizzatori sociali. Ieri sera, a Palermo, proprio con Crocetta i sindacati hanno concordato i provvedimenti da chiedere anche per quei 70 operai che da sette mesi non hanno più né lavoro né indennità di sostegno. Per aiutare le imprese che chiedono la cassa integrazione sarà chiesta la decontribuzione della quota addizionale a loro carico e il ricorso ai prepensionamenti agevolati. Infine, sarà lanciata la proposta di affidare al governo la gestione dell’area di crisi di Gela attraverso la nomina di un commissario straordinario.