Economia

Sciopero Taxi, base prepara blitz a Roma. Incontro ministero-sindacati. Delrio: regolamentare

Le parole d’ordine sono “prendiamoci un caffè domani a Roma”. È il messaggio in codice che in queste ore sta girando tra i tassisti di tutta Italia, un tam-tam che viaggia di radio in radio, sui social e che circola nelle chat delle cooperative. L’obiettivo è organizzare nella Capitale, in un luogo di grande visibilità, probabilmente a Piazza Montecitorio, una grande mobilitazione spontanea, un blitz improvvisato, al di fuori dei programmi ufficialmente dettati dai sindacati, per mettere pressione sul Parlamento affinchè ritiri la norma nel decreto mille proroghe che contiene provvedimenti ritenuti favorevoli a servizi come Uber, MyTaxi e Noleggi con conducente. Da Milano a Roma, le auto bianche delle principali città italiane sono ormai quasi tutte ferme da cinque giorni e domani, alle 15, si terrà il vertice tra il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e le sigle sindacali, uno snodo importante nella vertenza: per Delrio “bisogno di garantire da un lato i diritti dei cittadini e dall’altro anche i diritti di chi ha investito nella propria azienda, che sono i tassisti. Ci vedremo domani: c’è una situazione da lungo tempo non regolamentata, però dobbiamo metterci a sedere per fare una regolamentazione seria finalmente, che tolga provvisorietà all’attuale situazione”, ha concluso.

SIT-IN MONTECITORIO Alla riunione si presenteranno i rappresentanti sindacali, ma la “base” ha organizzato una protesta alternativa: “Credo che domani verranno da tutta Italia. Io non posso dire nulla sui media, non sono un sindacalista: non si parla di manifestazione, ma circola la voce di prendersi un caffè a Roma…”, ha detto Davide Bologna (cooperativa Pronto Taxi 6645) a Radio Roma Capitale. I sindacati, ufficialmente, si dissociano: “Il sit-in a Montecitorio? Noi non ne sappiamo nulla, è organizzato da persone senza nome e senza volto, probabilmente è la gente che va in giro per i posteggi a minacciare le persone per farle scioperare”, dice all’agenzia Askanews il presidente di UriTaxi Loreno Bittarelli: “Su Roma e Milano ci sono complessivamente circa 13.000 taxi. Incassando 100 euro lordi al giorno per ogni tassista, in 6 giorni ogni tassista ha perso 600 euro e complessivamente abbiamo regalato ai nostri concorrenti quasi 8 milioni di euro. Questa volta i tassisti non hanno seguito le nostre indicazioni, ma quelle di altri, che si propongono di rappresentare la categoria”.

I SINDACATI “Pertanto, la nostra onestà intellettuale ci impone di prendere atto di quanto avvenuto e fare un passo indietro, per dar modo ai tassisti di essere rappresentati da coloro ai quali si sono affidati in questi giorni. Pur essendo stati noi tra gli organizzatori dell’incontro di domani col ministro Delrio, preferiamo lasciare spazio a loro, che dovranno presentarsi col proprio nome e la propria faccia, come del resto noi abbiamo sempre fatto, ora e in passato. Rassicurando tutti quei colleghi che finora hanno creduto in noi, che continueremo a tutelarli, ma dissociandoci fermamente da quanto avvenuto. Alla luce dell’incontro con Delrio – conclude Bittarelli – abbiamo concovato un’assemblea per mercoledì per analizzare il da farsi. Non escludo proteste, ma se ci saremo noi saranno autorizzate, non fermi del servizio come in questi giorni”. Anche Nicola Di Giacobbe, della Unica Cgil di Roma, è perentorio: “A Montecitorio noi non abbiamo organizzato nessuna manifestazione, ma la risposta a queste manifestazioni spontanee la dovrebbe dare chi, come la Lanzillotta, ha in maniera scriteriata modificato la legge 21/1992.

LE RICHIESTE Domani parteciperemo all’incontro con Delrio e, sulla base di come andrà l’incontro, mercoledì ci riuniremo in assemblea a Roma per decidere come proseguire l’iniziativa per ripristinare la legalità e far rispettare i cardini della legge. Noi chiediamo a Delrio di mettere riparo a quello che la Lanzillotta ha provocato con l’emendamento. Se l’emendamento può essere tolto si tolga, altrimenti si ponga riparo migliorando la legge 21 dove è necessario per ristabilire i concetti della territorialità e soprattutto per normare l’uso di questi sistemi tecnologici, vedenod se hanno i requisiti e rispondono alle leggi vigenti nel settore”. “Purtroppo – prosegue con Askanews – la storia e il futuro di questa categoria non si fanno con i se o con i ma, ma con i fatti di oggi. E i fatti di oggi dicono che alcuni senatori e alcune forze politiche, sia di destra che di sinistra, invece di strumentalizzare questa categoria dovrebbero porsi il problema di come questo servizio pubblico va messo al passo con i tempi. Certo non lasceremo che interessi di multinazionali o interessi di soggetti politici o industriali, possano mettere in discussione il futuro di migliaia di famiglie”.

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