E’ scomparso Beppe Merlo, l’inventore del rovescio Bimane
Ha portato l’Italia al vertice del gioco tra gli anni ’50 e ’60
Mondo del tennis in lutto per la scompara all’età di 91 anni di Beppe Merlo, un genio del tennis italiano. Due volte semifinalista a Parigi, due volte finalista a Roma e 4 volte tricolore negli anni ’50, Merlo ha avviato una delle più durature rivoluzioni del gioco: il rovescio bimane. Meno lottatore di Fausto Gardini, da cui perse una finale da corrida al Foro Italico, meno elegante di Pietrangeli e Sirola, Giuseppe ‘Beppe’ Merlo, resta il più amato della generazione che ha portato l’Italia al vertice del gioco tra gli anni ’50 e ’60.
Il ”gracile dongiovanni della racchetta”, in questa veste spesso protagonista delle vignette di Slawitz sul Guerin Sportivo, figlio del custode del tennis Merano, ispirava tenerezza con quel fisico leggero, con quel tennis di anticipo e tocco esaltato dalle corde poco tese. Ma con quel rovescio arrivò due volte in semifinale al Roland Garros. Impugnava la Maxima Torneo, scriveva Roberto Lombardi nel suo libro “100 anni di tennis in Italia”, “con la destra in alto, così da essere costretto poi a giocare il dritto a mezzo manico; e ugualmente traendo dal rovescio bimane, frustato senza swing, e dal dritto corto, diretto e accelerato come un punteruolo, colpi accelerati ai limiti della fisica”.