Tensione alta e scontri violenti nel pomeriggio di oggi, sabato 5 ottobre, durante la manifestazione non autorizzata pro Palestina a piazzale Ostiense, Roma. Intorno alle 17:35, il sit-in inizialmente pacifico si è trasformato in un corteo che ha cercato di oltrepassare i limiti imposti dalle autorità. Una parte dei manifestanti, cercando di avanzare verso via Ostiense, ha tentato di forzare il blocco della polizia, dando il via a scontri violenti.
Bottiglie e bombe carta sono state lanciate contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con fumogeni e lacrimogeni, rendendo l’aria irrespirabile. Le cariche della polizia, avvenute in piazzale Ostiense, sono state accompagnate dall’uso di idranti per disperdere la folla. Gli scontri sono durati circa venti minuti, durante i quali alcuni manifestanti sono rimasti contusi. Tra questi, una ragazza è stata medicata sul posto dal personale sanitario, accorso con le ambulanze.
La tensione non si è placata immediatamente, e molti manifestanti sono rimasti in piazza ben oltre le 18, nonostante i disordini fossero terminati. Il bilancio complessivo è di 24 feriti tra le forze dell’ordine, di cui 20 agenti della Polizia e 4 della Guardia di Finanza. Le autorità hanno emesso 38 ‘Fogli di Via’ nei confronti di altrettante persone giunte a Roma da varie città italiane, tra cui Varese, Livorno, Napoli, Torino e Firenze. Gli scontri hanno coinvolto anche la zona di via Marco Polo, dove sono stati lanciati sassi contro la polizia, che ha reagito con ulteriori cariche di alleggerimento e l’utilizzo degli idranti.
Durante la manifestazione, numerosi cori hanno scandito la tensione crescente. Slogan come “Intifada pure, eh pure qua” e “Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione” sono stati gridati dai manifestanti, insieme a frasi contro i giornalisti presenti, definiti “servi dello Stato”. Dal furgone di uno degli organizzatori, amplificato da un impianto audio, è stato richiesto che l’Italia interrompa la vendita e l’invio di armi a Israele, con l’accusa che Israele stia commettendo un “genocidio a Gaza”. Gli interventi hanno fatto appello al rispetto della Costituzione italiana, chiedendo anche la fine del supporto militare all’Ucraina.