“A prescindere dalla decisione presa dal giudice, tengo a precisare e ribadire che la mia è una battaglia di trasparenza e rispetto delle regole, valori fondanti del Movimento che seguo e sostengo ormai da diversi anni e che prima di arrivare a questo stadio, proprio in virtù del rispetto per il Movimento e per ciò che rappresenta, per settimane ho cercato il dialogo e la mediazione, ma niente da fare, ho ricevuto solo picche e porte in faccia”. Lo scrive in un lungo post su Fb Mauro Giulivi, l’attivista escluso dalle Regionarie siciliane M5S e promotore del ricorso che ha spinto il tribunale di Palermo a congelare l’esito della consultazione online che ha incoronato Giancarlo Cancelleri nel luglio scorso. “Credo fortemente nei principi della trasparenza e dell’orizzontalità che sono alla base del Movimento 5 Stelle ed è in nome di tali principi che ho sempre agito. Il mio intento è tutelare il Movimento 5 Stelle da gravi fatti e dinamiche che lo snaturano e lo indeboliscono proprio alle porte di un appuntamento così importante come quello delle regionali siciliane. Basterà rispettare le decisioni del giudice che ha accolto il mio ricorso e ripetere le votazioni”, sottolinea Giulivi, compagno della deputata M5S Chiara Di Benedetto, aggiungendo: “È importante tenere la #Barradritta, non possiamo permetterci sbavature, noi che siamo l’unica alternativa per la Sicilia e per il nostro Paese”.[irp]
Giulivi racconta i motivi che hanno portato alla sua esclusione, fornendo la sua versione dei fatti: “A Giugno 2017 – spiega – ho ricevuto, come tutti gli iscritti al Movimento 5 Stelle residenti in Sicilia, l’invito a partecipare alle ‘regionarie’, le selezioni online per definire la lista di candidati che si presenteranno alle prossime elezioni del 5 Novembre. Mi sono attivato nel M5S sin dal 2012, quando quasi nessuno conosceva il movimento, e spinto e sostenuto da diversi attivisti, ho deciso di accettare e partecipare alle votazioni online”. Dopo appena un giorno, però, ricevo una mail dallo staff di Beppe Grillo, lo stesso che mi aveva invitato a partecipare alla selezione, con cui mi veniva comunicato che non possedevo i requisiti per candidarmi. A seguito di uno scambio di mail in cui chiedevo di essere reinserito dal momento che ritenevo e ritengo di essere in possesso di tutti i requisiti necessari, intuivo che in realtà la mia esclusione era, probabilmente, voluta”, rimarca l’attivista. “Dopo diversi giorni di colloqui in cui ho chiesto bonariamente e senza pubblicità alcuna, di far valere il mio diritto di partecipare alla selezione, mi sono visto costretto a rivolgermi ad un legale. Dopo circa due mesi – aggiunge Giulivi – si è finalmente giunti all’udienza cautelare”.[irp]