Storie e testimonianze, ex primario in pensione ritorna al pronto soccorso per aiutare colleghi
SCONTRO TRENI IN PUGLIA Il palazzetto dello sport di Andria è diventato un punto di riferimento per padri, sorelle, fratelli disperati e che sperano nel miracolo
Ci sono ancora i vigili del fuoco nel pezzo di campagna compreso tra Andria e Corato che si è trasformato in sinonimo di tragedia. Perché li, tra gli ulivi quando da poco erano passate le undici del mattino, due treni si sono scontrati e accartocciati strappando alla vita 27 persone: ma il bilancio è ancora provvisorio. I feriti sono una cinquantina. E capire cosa sia accaduto su quei binari maledetti è ancora un enigma. Forse un errore umano per una mancata comunicazione, forse un avviso di precedenza non dato: la certezza è che i due treni – uno partito da Andria, l’altro da Corato – si sono scontrati e ridotti in lamiere. L’inchiesta della procura di Trani che indaga per omicidio plurimo colposo e disastro ferroviario è a carico di ignoti e dovrà stabilire cosa è successo. Il ministro Delrio ha confermato che una commissione di indagine aiuterà a riscontrare quella che ha definito una “tragedia immane”: gli ispettori ministeriali sono già a lavoro. Tra i morti c’è anche un agricoltore: era lì nei campi, lavorava quando un pezzo staccatosi da uno dei treni gli è piombato addosso uccidendolo. Morti in un abbraccio sono una mamma e il suo bambino di cinque anni.
E mentre i soccorritori e i pompieri sono a lavoro, a pochi chilometri dal luogo dell’incidente, i parenti di chi era su quei treni maledetti si sono riuniti per cercare informazioni. Il palazzetto dello sport di Andria è diventato un punto di riferimento per padri, sorelle, fratelli disperati e che sperano nel miracolo. E il miracolo ha baciato Valentina, 23 anni, miracolosamente scampata alla morte. Era partita da Corato e ora, da un letto del reparto di chirurgia dell’ospedale di Andria racconta con voce tremante la paura è il panico. “Pensavo fosse una bomba e ringrazio chi mi ha protetto e fatto uscire viva da quell’inferno”, dice. Giuseppina ha il volto tumefatto, non vuole parlare ripete solo che era un incubo, lei ha salvato il marito e sono entrambi ricoverati ad Andria. Come il piccolo Samuele. I genitori sono in viaggio, partiti da Milano quando hanno appreso la notizia. Era in uno dei treni con la nonna, che ora è dispersa. Lui è arrivato in ospedale pieno di frammenti di vetro: i medici l’hanno curato e coccolato: chiedeva della madre e della donna. È tornato in pronto soccorso ad Andria, l’ex primario che era in pensione. Ha indossato di nuovo il camice per aiutare i colleghi e suo figlio di 41 anni. Michele invece è in prognosi riservata: ai medici parlava del contraccolpo e del rumore assordante che l’ha stordito e shoccato. Ora riposa, proverà a dimenticare.