di Barbara Acquaviti
Una cosa e’ sicura: Silvio Berlusconi vuole restare nella partita per la scelta del successore di Giorgio Napolitano. E per far questo, al netto di sospetti e diffidenze, non puo’ che tenere in vita il patto del Nazareno. Che pure, a giudicare dalle dichiarazioni delle ultime ore, sembrerebbe scricchiolare sempre piu’. Ma le cose forse non sono come appaiono sulla scena. Il Cavaliere, come e’ noto, ha da sempre l’abitudine di dire ai propri interlocutori cio’ che piu’ hanno voglia di ascoltare. O, come ama dire lui, di farsi “concavo e convesso”. La conseguenza e’ dunque un atteggiamento ondivago che alimenta retroscena tra loro contrastanti. Un meccanismo che in passato spesso il leader azzurro ha evitato di “ostacolare” ottenendone qualche ritorno politico. Ma che forse, di questi tempi, e’ piu’ che altro frutto di un partito, Forza Italia, che ormai ribolle. Quello che raccontano i ben informati, infatti, e’ che sottotraccia le trattative su legge elettorale, riforme (e dunque anche Colle) stiano continuando. A curarle, per il fronte azzurro, sono sempre Gianni Letta e Denis Verdini. Le voci su un suo imminente addio al ruolo di responsabile organizzativo si ripetono (una volta e’ il cerchio magico che vuole farlo fuori, l’altra e’ lui che vuole andare via): di certo ieri il garante del patto del Nazareno era seduto accanto al Cav durante la cena prenatalizia con i senatori azzurri.
Ma la “scena” politica delle ultime ore racconta invece di uno scontro piuttosto acceso sul timing delle riforme e dell’elezione del prossimo inquilino del Quirinale. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, durante la capigruppo avrebbe infatti chiesto che sul ddl costituzionale si procedesse soltanto dopo aver assolto alla pratica Colle. Una posizione che – viene spiegato – non rispecchiava esattamente quella espressa da palazzo Grazioli e che avrebbe causato molta agitazione all’interno del gruppo di Montecitorio. Non e’ dunque un caso, forse, se qualche ora dopo, davanti alle telecamere dei tg, abbia corretto il tiro. Nel frattempo, pero’, sono seguiti i botta e risposta, prima con Roberto Speranza che faceva sapere che non si accettano scambi e ricatti e poi attraverso fonti del Nazareno che intimavano di smetterla con la “melina” sull’Italicum altrimenti sulla legge elettorale si andra’ avanti anche senza Forza Italia. Certo, Silvio Berlusconi sa bene che concedere a Matteo Renzi tutte le riforme che chiede, nei tempi che chiede, mette il partito azzurro in una posizione meno strategica, e questo senza dubbio lo rende nervoso. Ma il punto e’ che, almeno finché c’e’ in ballo la scelta del prossimo presidente della Repubblica, le alternative sono poche e tra queste, quella di sfilarsi, e’ di certo l’ultima. Tuttavia, per l’ex premier a complicare la situazione c’e’ il fronte interno: non solo i problemi di feeling tra il cosiddetto cerchio magico e Denis Verdini ma anche, e soprattutto, la minoranza guidata da Raffaele Fitto. L’insofferenza di Berlusconi verso l’eurodeputato sarebbe sempre piu’ forte e la tentazione di metterlo alla porta non sopita nonostante i tentativi di mediazione. Berlusconi pero’ ora non si puo’ permettere rotture plateali: “Se vogliamo contare – ha detto ai suoi parlamentari – non possiamo farci vedere smembrati”.