Che duri solo fino a giugno o arrivi ai primi mesi del 2018, la campagna elettorale è di fatto già iniziata. Nel giorno in cui un nuovo terremoto scuote la giunta romana di Virginia Raggi, con le parole dell’assessore sulla sindaca “inadeguata”, il Movimento 5 stelle tiene alto il tono dello scontro: con gli avversari, ma soprattutto con i giornalisti in genere. Tanto Beppe Grillo quanto il candidato premier in pectore Luigi Di Maio (che annuncia di voler girare l’Italia “solo per parlare di cose concrete” e attacca Renzi: “che fine ha fatto? Quando andremo al governo gli chiederemo conto dei soldi”) confermano l’intenzione di fare della qualità dell’informazione che li riguarda un argomento di campagna elettorale, e dei giornalisti un costante bersaglio di polemica e delegittimazione. “Si credono una casta intoccabile, chi li mette in discussione è un eretico, da bruciare sulla ca(ta)sta del politically correct”, scrive il leader sul suo blog.
LISTE DI PROSCRIZIONE “Sulle polizze (intestate alla sindaca capitolina dal suo braccio destro Salvatore Romeo, ndr) avete preso una cantonata e non volete ammetterlo. Se accusiamo i giornalisti dite che generalizziamo, se facciamo i nomi dite che facciamo le liste di proscrizione…”. Liste sulle quali Di Maio duella a distanza anche con il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che si era lamentato per la diffusione dei nomi dei cronisti accusati di “scorrettezza” dal M5S. “Faccio presente – scrive il vicepresidente della Camera – che la lista dei nomi dei giornalisti che secondo noi hanno danneggiato il Movimento 5 stelle, mi era stata chiesta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti attraverso un comunicato apposito”. “Non gli ho mai chiesto di rendere pubblica la lista dei giornalisti, trasformando quella che nasce come una segnalazione in un sorta di lista di proscrizione”, è la replica di Iacopino, che ricorda di avergli solo chiesto di evitare generalizzazioni ed eventualmente segnalare (all’Odg, non al pubblico ludibrio) singoli casi circostanziati.
L’INTERROGATORIO Passa in secondo piano, in questo clima di fuoco, il tentativo di dare corpo alla controffensiva comunicativa sui sindaci; in forza della quale i “successi” dell’amministrazione romana diventano 91 sul blog (erano 43 solo ieri, in un post precedente) e a Roma sbarcano i sindaci di Ragusa e Livorno (Piccitto e Nogarin) oltre a Chiara Appendino collegata via Skype da Torino, per una conferenza stampa di lancio del sito Comuni5stelle.it. Ma a giorni c’è l’interrogatorio del dirigente capitolino Raffaele Marra, e i veleni sulla giunta romana, per la quale si è speso in prima persona Di Maio al punto che nel movimento la sua posizione è considerata indissolubilmente legata alla permanenza in carica della sindaca, rischiano di restare l’unico vero terreno sul quale i 5 stelle continuano a far notizia.