Scontro Pd-FdI per Copasir. Al Nazareno nodo bilancio in direzione
Tra i dem la quasi unanimità nel chiedere il congresso a novembre. I papabili alle commissioni parlamentari
E’ vero che, come dice un renziano di ferro, in questo momento “l’ultima cosa a cui si pensa nel Partito democratico e’ l’assemblea e la scelta del segretario”. Ma e’ pur vero che una decisione andra’ presa a breve e, comunque, non piu’ tardi della meta’ di luglio, dead line per la convocazione dell’assemblea. L’impressione che emerge a sentire gli esponenti del Nazareno e’ che ci sia ormai la quasi unanimita’ nel chiedere il congresso a novembre, massimo dicembre. Tra i parlamentari dem di spicco c’e’, tuttavia, chi non vede la soluzione cosi’ a portata di mano: “Se dobbiamo fare l’assemblea a meta’ luglio, allora e’ meglio posticipare tutto a settembre, senza fare la campagna per le primarie in estate”.
Un modo per prendere tempo allo scopo di “cercare un punto di caduta su un candidato da eleggere direttamente in assemblea”, e’ la tesi piu’ benevola. Secondo i sostenitori della soluzione assembleare, il nome su cui puntare sarebbe quello di Paolo Gentiloni, “e’ l’unico a poter convogliare un consenso unitario”, e’ il ragionamento. L’ex presidente del Consiglio e’ l’unico esponente dem impegnato nella campagna elettorale per le comunali. Dopo aver girato mezza Italia prima del primo turno, oggi sara’ ad Avellino per sostenere il candidato Nello Pizza e visitare i cantieri del bando per le Periferie. Per altri, dietro all’ipotesi di rimandare direzione ed assemblea a dopo l’estate ci sarebbe “il tentativo di spostare in la’ nel tempo il momento del confronto e certificare a fine di una egemonia”. E’ la tesi che chiama in causa i renziani. L’area che fa riferimento all’ex segretario, infatti, non sembra disporre ancora di un candidato. Il nome che si fa piu’ spesso e’ quello di Lorenzo Guerini, renziano ‘atipico’ apprezzato anche tra le altre correnti del partito per le sue capacita’ di mediazione.[irp]
Il nome di Guerini e’ anche quello sul quale il partito ha deciso di puntare per strappare la presidenza del Copasir a Fratelli d’Italia. Un vertice avuto mercoledì in serata e al quale hanno partecipato i capigruppo di Camera e Senato di Pd e FI e’ servito a trovare una prima intesa: a Forza Italia andrebbe la Vigilanza Rai, con Maurizio Gasparri. Ai dem il Comitato parlamentare per l’ordine e la sicurezza della Repubblica. Uno schema che provoca le ire di Fratelli d’Italia, la terza parte della minoranza che aspirava all’una o all’altra commissione. Per la presidente FdI, Giorgia Meloni, il vertice e l’accordo che ne e’ seguito e’ “vergognoso”. Sostiene Meloni: “e’ inaudito che Pd e FI si incontrino a fini spartitori con la pretesa di decidere la posizione di Fratelli d’Italia rispetto al governo”. Il riferimento e’ all’astensione di FdI sulla fiducia al governo Conte, un voto non contrario e non determinante ai fini dell’avvio dell’esecutivo, ma che pone il partito di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni in una posizione che Pd e Forza Italia considerano ambigua.
E’ per questa ragione che la presidente dei deputati forzisti, Mariastella Gelmini, chiede a Meloni di “chiarire” la posizione del suo partito: se anche Fratelli d’Italia e’ “convintamente all’opposizione, noi ribadiamo la nostra proposta di convocare a stretto giro un tavolo di confronto tra tutte le forze di opposizione per trovare una sintesi in merito alle presidenze delle Commissioni bicamerali di garanzia”. In attesa di conoscere le scelte dei partiti sulle commissioni di garanzia, sono gli esponenti dem di primo piano a sciogliere le loro riserve circa la collocazioni nelle commissioni permanenti di Camera e Senato. E ad essere prese d’assalto sono le commissioni Esteri scelte dagli ex inquilini di Palazzo Chigi, Matteo Renzi (a Palazzo Madama) e Paolo Gentiloni (a Montecitorio). Alla commissione Esteri del Senato dovrebbe finire anche l’ex ministra della Difesa, Roberta Pinotti, mentre alla Camera saranno gli ex ministri Marco Minniti e Dario Franceschini a far compagnia a Gentiloni. Luca Lotti siedera’ in commissione Difesa. Maria Elena Boschi e Marianna Madia affiancheranno Pier Carlo Padoan alla Commissione Bilancio della Camera.[irp]
Si dovrebbe occupare di Ambiente, alla Camera, l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando che torna cosi’ alla materia di cui era responsabile con il governo di Enrico Letta. Tra le prime linee dem non passate per il governo, Lorenzo Guerini optera’ per gli Esteri alla Camera, il senatore Tommaso Nannicini per la commissione Lavoro ed Ettore Rosato, vice presidente della Camera, per la Commissione Difesa. Il tesoriere Francesco Bonifazi dovrebbe andare alla Commissione Finanze del Senato. Prima di allora, pero’, Bonifazi e’ atteso alla prova del bilancio in direzione Pd. Il parlamentino dem si riunisce oggi per approvare il documento che, quest’anno, sembra sorridere al Pd: dopo aver fatto registrare 9 milioni di passivo lo scorso anno, oggi i conti del Nazareno tornano in attivo di 500 mila euro. Non ancora abbastanza per annunciare la fine della cassa integrazione per i dipendenti che, stando a quanto viene riferito da fonti parlamentari, dovrebbe continuare per i prossimi 12 mesi. IN ogni caso, la situazione non e’ cosi’ nera da lasciar immaginare di dover lasciare la sede di via Sant’Andrea delle Fratte, viene precisato da fonti del Nazareno che smentiscono, cosi’, i retroscena degli ultimi giorni.