Scontro Renzi-Grasso sulle riforme

Scontro tra Matteo Renzi e Pietro Grasso sulle riforme fiscale del governo su Irpef e Irap. Il terreno della contesa riguarda l’analisi del centro studi elaborata da Palazzo Madama che ha bocciato il provvedimento. “Non posso sentire accusare i miei tecnici di falsità”. Il presidente del Senato commenta le dichiarazioni del premier Matteo Renzi. “Io sono per le riforme, sono per la crescita, per lo sviluppo, i risparmi, la razionalizzazione e l’efficienza della pubblica amministrazione. Sono per tutto ciò che il governo vuole realizzare, ma non posso sentire accusare di falsità i miei tecnici, che fanno un’opera di controllo doverosa ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione sulle leggi finanziarie, anche se da un punto di vista tecnico. I dati possono essere non corretti o addirittura falsi, ma le valutazioni si possono contraddire con argomentazioni contrarie”. Le valutazioni dei tecnici del Senato sul dl Irpef non sono date per spirito corporativo o per interessi personali, né per sentimenti di vendetta. “Non sono questi i sentimenti che ispirano gli uffici del Senato e io, sotto questo aspetto, sono garante dell’autonomia e dell’indipendenza degli uffici”. Grasso ha parlato a Sant’Arpino (Caserta) per un incontro sulla legalità, commentando le dichiarazioni del premier Matteo Renzi. “Sono garante anche delle valutazioni dei senatori, che non possono essere considerate per una parte valide e per un’altra carta straccia”.

Renzi. Ieri sera Renzi, ospite su La 7,  aveva duramente attaccato i tecnici del Senato, bollando le loro considerazioni come “false”. “Hano detto delle cose false”, ha scandito il presidente del Consiglio. Un’accusa ribadita anche stamane. La seconda carica dello Stato tiene a precisare: “Mi faccio assolutamente garante dell’autonomia e dell’indipendenza degli uffici di Palazzo Madama”. In particolare, ha aggiunto Grasso, “del servizio del bilancio che da 25 anni, nei confronti di tutti i governi, fornisce analisi finanziarie approfondendo con attenzione i dati che accompagnano tutti i provvedimenti legislativi, analisi che possono suscitare dibattiti sul piano tecnico e reazioni sul piano politico, ma mai accuse di falsità né sospetti di interessi corporativi o addirittura personali”.

Brunetta. Dall’opposizione si leva la voce critica del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che non lesina stilettate al premier, definendo la posizione assunta dal leader Pd un “fallo di reazione e di disperazione del presidente del Consiglio nei confronti del Senato della Repubblica. Con la coscienza sporca e senza scrupoli istituzionali”. Non solo, per Brunetta “per rispondere così, il presidente del Consiglio è sull’orlo di una crisi di nervi, non sa quel che dice, insulta, provoca”. Ma critiche al premier arrivano anche dal suo stesso partito.

Fassina. A prendere posizione è Stefano Fassina: “Il servizio Bilancio del Senato, come il servizio corrispondente della Camera, è un’istituzione di eccellenza, elevata professionalita’ e indipendenza. Sono gravi i continui attacchi del presidente del Consiglio a una istituzione decisiva per l’autonomia del Parlamento”. Per Fassina quelli di Renzi “sono attacchi portati, tra l’altro non sulla base di elementi di merito ma in riferimento a una presunta volontà vendicativa da parte di una istituzione che, come sempre, si limita a fare professionalmente il suo lavoro”. Il premier oggi ha poi affrontato la questione dei conti pubblici, dicendosi convinto che “le stime basse” per prudenza del governo “saranno smentite”. Da Firenze, inoltre, il premier ha garantito che l’esecutivo “ripsetterà i vincoli di bilancio”, pur chiedendo all’Ue che le regole siano cambiate, ha quindi difeso l’Europa, “è la soluzione non la causa dei problemi”, definendo “sconclusionato” chi predica la necessita’ di uscire dall’euro. Insomma, per il premier “far crescere l’Italia non può passare per l’uscita dall’Europa”. Infine, un passaggio sull’Expo, dopo gli arresti di ieri: “L’Expo è un appuntamento importante che noi difenderemo e che sarà un successo per l’Italia”. (l Tempo)