Scontro su Delmastro: condanna a 8 mesi, Meloni lo difende e l’opposizione attacca
Il sottosegretario alla Giustizia: “Non mi dimetto perché aderisco alla tesi della Procura della Repubblica”
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Andrea Delmastro delle Vedove
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro si trova al centro di una bufera giudiziaria e politica dopo la condanna a otto mesi di reclusione per rivelazione del segreto d’ufficio. La sentenza del tribunale di Roma, che ha riconosciuto Delmastro colpevole nonostante la richiesta di assoluzione avanzata dalla Procura, ha acceso il dibattito nell’opinione pubblica e nel panorama politico.
Dopo la lettura del verdetto, il sottosegretario ha lasciato il tribunale da un’uscita secondaria, schivando telecamere e cronisti. Con tono perentorio ha dichiarato: “Non mi dimetto perché aderisco alla tesi della Procura della Repubblica”, confermando la sua intenzione di rimanere in carica. “Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto”, ha aggiunto, ribadendo la volontà di presentare appello.
L’inchiesta ruota attorno alla divulgazione di informazioni riservate relative alle conversazioni avvenute nel carcere di Sassari tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni detenuti di camorra e ‘Ndrangheta. Il contenuto di queste conversazioni fu reso pubblico in Aula da Giovanni Donzelli, esponente di Fratelli d’Italia e stretto collaboratore di Delmastro. Le indagini hanno accertato che le informazioni divulgate da Donzelli provenivano da documenti interni dell’amministrazione penitenziaria contrassegnati con la dicitura “A limitata divulgazione”.
La difesa ha sostenuto che Delmastro non fosse a conoscenza della natura riservata dei documenti e che mancasse il dolo nella sua condotta. Tuttavia, i giudici hanno confermato l’accusa, in linea con la decisione della gip Emanuela Attura che, già nel luglio 2023, aveva disposto l’imputazione coatta del sottosegretario, respingendo la richiesta di archiviazione della Procura.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso Delmastro, sottolineando che una condanna in primo grado non equivale a una sentenza definitiva e riaffermando il principio garantista del governo. Sulla stessa linea si è espresso Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che ha definito “sorprendente” la sentenza, considerando che la stessa Procura aveva chiesto l’assoluzione.
L’opposizione, invece, ha alzato il tiro. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha invocato le dimissioni immediate di Delmastro, accusandolo di aver strumentalizzato segreti di Stato per fini politici. Matteo Renzi ha rincarato la dose, definendolo “inadatto” al ruolo di sottosegretario alla Giustizia e affermando che la sua presenza al governo sia problematica a prescindere dalla condanna.
Delmastro ha affidato la sua replica ai social, definendo la sentenza “politica” e affermando che “si commenta da sola”. Ha ribadito il suo sostegno al regime del carcere duro per mafiosi e terroristi e annunciato di attendere le motivazioni della condanna per presentare appello. Il caso Delmastro non è più solo una vicenda giudiziaria, ma si è trasformato in un acceso scontro politico che coinvolge magistratura, governo e opposizione. Il dibattito è destinato a infiammare i prossimi mesi, tra aule di tribunale e confronto parlamentare.