Scontro Tria-M5S su Centrale per la progettazione, Conte media
Grillini all’attacco capogabinetto Mef per la norma pro Croce rossa
Nuovo scontro tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i 5 stelle. Nella riunione di ieri sera convocata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al suo rientro dall’India per discutere della manovra ci sarebbe stato un nuovo braccio di ferro tra il titolare di via XX settembre e in particolare il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Assenti al vertice gli esponenti della Lega.[irp]
Oggetto del contendere sarebbe stata, secondo quanto si apprende, la nuova Centrale per la progettazione di opere pubbliche, un organismo che nella prima bozza della legge di bilancio doveva essere un’emenazione dell’Agenzia del Demanio. Ma i 5 stelle avrebbero eccepito la gestione affidata al Mef. I toni tra Toninelli e Tria sarebbero stati tesi ma alla fine il premier Conte è intervenuto per mediare.
Il frutto di questo compromesso in un primo momento è stato, come si legge nella bozza della manovra datata 30 ottobre, un Comitato strategico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, composto dai Ministri dell`economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti e degli affari regionali o da loro delegati, “con il compito di fornire linee di indirizzo” alla Centrale per la progettazione. Ma nella versione bollinata dalla Ragioneria dello Stato il Comitato non c’è più e scompare anche ogni riferimento all’Agenzia del Demanio. Si introduce invece il coordinamento dell’attività della Centrale con il Mit e la Consip.[irp]
Lo scontro tra Tria e M5S si alimenta anche con un nuovo attacco dei 5 stelle al capo di gabinetto del Mef Roberto Garofoli di cui i pentastellati tornano a chiedere le dimissioni. Secondo un’inchiesta giornalistica pubblicata da Il fatto quotidiano Garofoli sarebbe la “manina” che ha agito sulla manovra per fare un favore alla Croce rossa in cambio di un’accordo con la stessa per l’acquisto di un immobile a Molfetta. Vicenda rispetto alla quale Garofoli ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali di agire a difesa della sua onorabilità.