Scoperti in Sicilia i resti fossili di due ittiosauri

Scoperti nella zona montuosa siciliana i resti fossili di due grandi rettili preistorici

Scoperti in Sicilia i resti fossili di due grandi rettili marini preistorici, due ittiosauri, i primi ritrovati finora nell’Italia meridionale. Questi antichi animali, dotati di pinne al posto delle zampe, nuotavano in un caldo mare tropicale del Triassico, 230 milioni di anni fa, in quello che oggi è il territorio montuoso della Sicilia centro-orientale. Di questi due esemplari si sono conservate due vertebre fossili, che sono state rinvenute presso Monte Scalpello (in provincia di Catania) dal naturalista Agatino Reitano e dal biologo Davide Di Franco che, insieme ai paleontologi Cristiano Dal Sasso (Museo di Storia Naturale di Milano), Gianni Insacco (Museo Civico di Storia Naturale di Comiso) e Alfio Alessandro Chiarenza (Università di Bologna), hanno pubblicato la scoperta sulla ‘Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia’.

Lo studio anatomico delle vertebre, ora conservate al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso (Ragusa), ha permesso di identificare due esemplari di ittiosauro, di cui il più grande era lungo 4-5 metri. Il fossile di maggiori dimensioni è rappresentato da una vertebra dorsale; l’osso più piccolo è una vertebra cervicale e proviene da un individuo non ancora adulto. Gli ittiosauri siciliani appartenevano al gruppo degli shastasauri: somiglianti agli odierni mammiferi cetacei, avevano una lunga coda, che terminava in una pinna a forma di falce asimmetrica, e zampe trasformate in pinne, che impedivano loro di uscire dall’acqua. Questi rettili erano infatti vivipari, non deponevano uova e partorivano in mare aperto. Sino ad oggi gli shastasauri erano noti solo in Nord America, nel Sud-Est asiatico, nell’Europa centrale e, per quanto concerne il nostro Paese, sull’arco alpino (in primis Besano, in provincia di Varese).

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