Nel deserto del Perù sono stati ritrovati i resti fossili di un cetaceo a quattro zampe, antenato delle balene e dei delfini che abitano oggi i nostri mari, arrivato nell’Oceano Pacifico circa 42 milioni di anni fa. I resti suggeriscono che l’archeoceto fosse ancora in grado di camminare sulla terra e anche un buon nuotatore, si trovasse cioè a uno stadio intermedio tra le balene di oggi e le loro antenate terrestri a quattro zampe.
Il suo nome è “Peregocetus pacificus”, che significa “il cetaceo viaggiatore che ha raggiunto il Pacifico”, e il ritrovamento del suo scheletro fossile in sedimenti di oltre 42 milioni di anni fa è stato fondamentale per ricostruire la rotta seguita dagli antenati di balene e delfini nel lungo viaggio che, fra i 50 e i 40 milioni di anni fa, li portò dal loro centro di origine fra India e Pakistan a colonizzare tutti gli oceani. L’importante scoperta, appena pubblicata dalla rivista “Current Biology” è stata fatta da un team internazionale di paleontologi e geologi delle Università di Pisa e di Camerino e dei musei di storia naturale di Parigi, Bruxelles e Lima le cui ricerche nel deserto costiero del Perù hanno già dato importanti risultati, come il ritrovamento nella stessa località del Peregocetus, ma in rocce più recenti, di Mystacodon selenesis, il più antico antenato delle balene ad oggi conosciuto.
“Un aspetto particolarmente interessante di questo nuovo archeoceto – afferma Giovanni Bianucci, paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha preso parte allo scavo e allo studio del fossile – è che la presenza di piccoli zoccoli sulle dita, assieme alla forma del bacino e degli arti, suggerisce che fosse ancora in grado di camminare sulla terraferma mentre le lunghe dita, probabilmente palmate, e le caratteristiche anatomiche della coda indicano che era anche un buon nuotatore. Si tratterebbe, quindi, di uno stadio intermedio fra le balene e i delfini di oggi (non più in grado di muoversi fuori dall’acqua) e i loro antenati terrestri a quattro zampe, cioè di animale dal modo di vita simile alla lontra”. È attraverso lo studio dettagliato dello scheletro che i ricercatori sono stati in grado di stabilire che questo archeoceto era in grado di manovrare il suo corpo lungo 4 metri sia in terra che in acqua. Per esempio, il fatto che le vertebre caudali siano simili a quelle dei castori e delle lontre suggerisce che la coda fornisse un contributo significativo durante il nuoto.
“È straordinario avere trovato un cetaceo in rocce così antiche e così lontane dall’area di origine di questi mammiferi marini – spiega Claudio Di Celma, geologo della Scuola di Scienze e tecnologie dell’Università di Camerino che ha curato lo studio stratigrafico dell’area di ritrovamento del fossile. Questa scoperta documenta, infatti, il primo ritrovamento indiscutibile di un cetaceo quadrupede nell’Oceano Pacifico, probabilmente il più antico rinvenuto in America e il più completo al di fuori di India e Pakistan”. Secondo i ricercatori – conclude l’Università di Pisa – l’età geologica di questo cetaceo quadrupede e la sua presenza lungo la costa occidentale del Sud America sostengono fortemente l’ipotesi che i primi cetacei abbiano raggiunto il Nuovo Mondo attraversando il Sud Atlantico dalla costa occidentale dell’Africa al Sud America. Questi antenati delle balene e dei delfini sarebbero stati aiutati nel loro viaggio dalle correnti superficiali che scorrevano da ovest verso est e dal fatto che a quel tempo la distanza tra i due continenti era la metà di quella che è oggi.