Scrisse “Salvini sparati”: ministro Interno gli chiede 20mila euro

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Matteo Salvini, chiede un risarcimento di 20mila euro a un noto antagonista milanese che il 25 aprile 2016 scrisse sul profilo Facebook del leader leghista: “Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?”.

Destinatario dell’istanza di risarcimento è Valerio Ferrandi, 32 anni, figlio dell’ex esponente di “Prima Linea” Mario, che venne denunciato dal numero uno della Lega dopo aver commentato, nascondendosi dietro lo pseudonimo di Frederic Dubarrè, un post scritto da Salvini su Facebook durante le celebrazioni del 2016 per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo: “Renzi, Boldrini e Mattarella in piazza per il 25 aprile, ipocriti. Sfruttando il sacrificio di chi diede la vita per cacciare dall’Italia l’occupante straniero nel nome della libertà, oggi sono complici e finanziatori di una nuova e violenta occupazione straniera, servi di una Unione Europea che ci sta rubando lavoro, diritti, sicurezza e speranza del futuro”.

Dopo la denuncia presentata da Salvini a titolo personale e a nome della Lega, il 23enne è finito sotto processo a Milano per diffamazione e minacce. Il pm Enrico Pavone aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine a suo carico ma l’istanza è stata respinta da un gip che ne ordinò l’imputazione coatta. Così oggi si è celebrata la prima udienza, con la Lega che ha chiesto di costituirsi parte civile contro il 23enne e il giudice monocratico Giuseppe Vanore che ha bocciato l’istanza. Presente in aula il giovane imputato, difeso dagli avvocato Eugenio Losco e Mauro Straini: “Il signor Salvini – si è sfogato il 23enne fuori dall’aula – dovrebbe evitare le consuete provocazioni. La mia non era una minaccia ma un invito a studiare la storia per evitare che si ripeta ancora”. Il processo è stato aggiornato al 30 gennaio 2019.[irp]