Quasi nove studenti su dieci della scuola italiana scelgono di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Un dato che subisce un lieve calo dall’ultima grande rilevazione relativa all’anno scolastico 1993-’94 quando ad avvalersene era il 93,5% degli studenti, ma che dimostra tutto sommato la tenuta dell’ora di religione nel nostro Paese. A dirlo è il rapporto “Una disciplina alla prova. Quarta indagine sull’insegnamento della religione cattolica in Italia a trent’anni dalla revisione del Concordato”, promosso dall’Istituto di sociologia della pontificia università Salesiana e da alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana (ed edito dalla Elledici), che ha indagato lo stato di salute della cosiddetta Irc sulla base di un campione rappresentativo di circa tremila insegnanti e 20 mila studenti di ogni ordine e grado di scuola. Così dall’indagine emerge che se il dato di media dice che l’87,8% degli alunni sceglie l’ora di religione a livello nazionale, su base geografica la percentuale sale al Sud con il 98% mentre scende al Nord con l’82%. Inoltre, mentre le scuole dell’infanzia e del primo ciclo si mantengono ancora intorno al 90% di adesioni, le scuole secondarie di secondo grado scendono sotto l’82%.
Tra i motivi della scelta di avvalersi dell’Irc tende a prevalere l’appartenenza religiosa. Secondo quasi tre quarti degli insegnanti la tenuta dell’insegnamento è dovuta soprattutto a questa motivazione e anche il calo delle adesioni è spiegato in circa due terzi dei casi con la presenza di stranieri con diversa appartenenza religiosa. Anche gli studenti confermano questa valutazione, indicando sempre ai primi posti tra i motivi che inducono ad avvalersi dell’Irc il fatto di essere credenti. Il 91,7% degli insegnanti di scuola statale e il 56,8% di quelli di scuola cattolica dichiarano comunque di avere in classe anche alunni non cattolici, che ugualmente seguono le lezioni di religione. Secondo la ricerca poi, l’ora di religione è una materia che piace: in una scala da 1 a 10, la media del gradimento è pari a 9. “L’ora di religione non è catechismo ma formazione umana e spirituale”, ha rivendicato il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino partecipando oggi alla presentazione del rapporto nella sede del Vicariato.
“Un ideologismo cieco o spinto – ha detto – tende a marginalizzare l’insegnamento della religione cattolica. Ma voglio vedere chi sa dimostrare con chiarezza che questo insegnamento non è la mancia data, non si capisce da chi a chi”. “L’Irc non è evangelizzazione”, ha continuato, “solo chi è ignorante e non nel senso buono della parola, solo chi ignora oggettivamente qual è la cultura italiana può chiedere che si faccia a meno dell’insegnamento della religione cattolica”. “I principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del Paese. Se alla scuola non compete una diretta formazione cattolica – ha aggiunto – le compete però senz’altro una alfabetizzazione e una iniziazione antropologica al fatto religioso”. In questo contesto Galantino ha insistito su come l’insegnamento della religione cattolica discenda direttamente dal Concordato del 1984 e abbia tutto l’interesse ad essere applicato secondo “le regole e finalità” della scuola italiana “senza chiedere eventuali privilegi”. (ANSA).