Scuola, tremila precari restano fuori graduatoria. Ecco perché

di Natalia Poggi

Cresce l’attesa per conoscere i contenuti del decreto sulla scuola che sarà presentatoin Consiglio dei Ministri il 27 prossimo. È già noto che “La Buona scuola” sarà incentrata su alcuni punti: immissione in ruolo dei precari, merito dei docenti, formazione. Si fanno supposizioni, illazioni , anticipazioni ma alcune categorie vedono nero. In particolare quei docenti precari di classe A per i quali non ci sono disponibilità di posti. La novità è che le famose Graduatorie ad esaurimento, a dispetto da quanto annunciato dal ministro Giannini, non saranno esaurite del tutto. Restano fuori circa trentamila docenti, le cui classi di concorso sono già affollatissime. Si tratta della classe A, quella dei docenti laureati. Come si potrebbe uscire da questo impiccio? “Due sono le soluzioni – spiega una dirigente scolastica – La prima è riconvertirli nelle fasce C e D cioè nelle classi d’insegnamento dei diplomati. Cioè demansionarli. Oppure lasciarli in graduatoria e non assumerli”. Non è certo una bella notizia considerato che gli sarà abbassato lo stipendio e che dovranno rinunciare alla ricostruzione della carriera. Sulla seconda soluzione pesa la sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato l’Italia per la reiterazione dei contratti a termine. Ma cosa ha determinato questa situazione?

“Nelle classi di concorso A ci sono più docenti che posti e in quelle C e D di laboratorio-pratiche meno docenti e più posti” dice il dirigente. Dunque servono più docenti negli istituti tecnico-professionali. Non si sa ancora di preciso che fine faranno pure i docenti di seconda fascia che hanno l’abilitazione. Potrebbero restare in un limbo anche i docenti d’istituto (non abilitati) che forse “dovrebbero ripensare il loro futuro”. Da più parti, però, si dà per scontato che ci saranno assunzioni anche dalle Graduatorie d’istituto. Come e quanti non si sa. Nel decreto di Renzi non ci sono naturalmente i Quota 96 della scuola, cioè quei docenti che hanno maturato i requisiti per la pensione ma sono rimasti “congelati” a causa della riforma Fornero. A loro ci ha pensato il ministro della Funzione pubblica Madia con una circolare. Si conferma così che i quota 96 (circa 4000 docenti) andranno in pensione con il sistema pre-Fornero.

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