E’ stata messa una pietra tombale sulle “Primule” di Domenico Arcuri. Ora la notizia è ufficiale. Con una firma su un decreto sono stati spazzati via i capannoni pensati per le vaccinazioni anti Covid-19, griffati Stefano Boeri e voluti dal Conte 2. Strutture che non solo non hanno mai visto la luce, ma che non hanno riscontrato neanche l’interesse da parte delle imprese per la partecipazione al relativo bando, definito “folle” dagli stessi addetti ai lavori. E così il neo commissario per l’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, ha firmato il decreto n. 4 del 23 marzo 2021 con il quale “si ritiene necessario procedere all’annullamento della procedura di gara poiché, in ottemperanza agli obiettivi stabiliti nel nuovo Piano Vaccinale Anticovid del 13 marzo 2021, le strutture modulari previste nel Bando in oggetto non rispondono più in termini di aderenza ai requisiti necessari per garantire una risposta pronta agli scostamenti del rapporto esigenze di vaccinazione somministrazioni, oltre che rappresentare una onerosità elevata se rapportata ad altre modalità ora in atto col nuovo Piano Vaccinale”.
Un provvedimento a costo zero per gli italiani ma che, allo stesso tempo, ha fatto risparmiare loro almeno 8,5 milioni di euro qualora sarebbero state realizzate 21 Primule. Invece, hanno risparmiato circa 480 milioni di euro, qualora ne sarebbero state realizzate 1.200. Perché anche la quantità di Primule da collocare nelle piazze italiane non era ben definita nel bando. Uno schiaffo ad Arcuri, il provvedimento firmato dal suo successore, il generale Figliuolo, e che rimarca, qualora ce ne fosse bisogno, l’ennesimo insuccesso dell’ex commissario per l’emergenza Covid-19. “La primula sarà il simbolo della campagna di vaccinazione e un simbolo di rinascita” aveva detto Arcuri. Una campagna di vaccinazione mai partita, una Primula rimasta solo un quadro fiabesco. Il bando del capannone griffato era stato pubblicato lo scorso 20 gennaio, con scadenza il 27 dello stesso mese. Cosa da far saltare in aria i migliori progettisti e le migliori aziende del settore. Così, Arcuri, rendendosi conto dell’assurda tempistica, rimanda la scadenza del bando al 3 febbraio. Le Regioni bocciano subito l’opera, rifiutandosi di nominare un membro della commissione che avrebbe scelto l’azienda vincitrice del bando. Il colorito governatore della Campania, Vincenzo De Luca, bollava l’opera arcuriana “inutile”.
D’altronde, fin da subito i pareri sul progetto dell’ex commissario erano stati discordanti. Il primo fattore, il costo: ogni Primula sarebbe costata circa 400 mila euro. Per non parlare ancora del “folle” bando che prevedeva, tra l’altro, la consegna della Primula chiavi in mano, in 30 giorni, poi prolungata a 45. Meno di due mesi per produrre almeno ventuno strutture rimovibili da 315 mq l’una, trasportarle in tutta Italia, arredarle, testarle e consegnarle. Una delle critiche più forti, allora sollevate e che vale la pena riprendere è quella di Carlo Quintelli, docente di Ingegneria e architettura all’università di Parma, che in un post su Facebook scriveva: “…verrebbe da pensare: o chi ha redatto il bando è totalmente ingenuo ed estraneo al settore o qualcuno ha già pronto tutto da inizio dicembre”. Per 348 giorni, Arcuri è stato commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Un anno tra ordinanze e conferenze stampa, sempre in prima linea per coordinare la gestione della pandemia. Il suo nome, e il suo volto, sono stati tra i più presenti in televisione assieme a quelli dell’ex premier, Giuseppe Conte. Di certo, tra l’altro, Arcuri verrà ricordato per una campagna vaccinale mai partita, per le Primule mai sbocciate e per le accuse di conflitto di interesse. Per non parlare della famosa App Immuni, presentata in pompa magna e che s’è subito manifestata un flop. A tutt’oggi.