E’ caccia allo spacciatore che avrebbe fornito la dose letale all’attore Libero De Rienzo. A tre giorni dalla sua morte fra le poche certezze, c’è quella polvere chiara trovata nell’appartamento assieme a mozziconi di sigaretta, tracce di uno spinello, forti sedativi. Gli investigatori, mentre attendono il via libera dei pm Nunzia d’Elia e Francesco Minisci per avviare definitamente le indagini, avrebbero disposto l’acquisizione di alcune telecamere della zona per studiare i movimenti della vittima fin da mercoledì pomeriggio, quando il protagonista di “Fortapàsc” posta su Instagram la foto del posacenere sequestrato, fino alla sera stessa quando, dopo aver acceso il braciere letale
Ascoltato dai carabinieri, C.T., l’amico di famiglia accorso al mezzanino dei De Rienzo con le chiavi lasciate dalla moglie della vittima, riporta il Giornale online, racconta che la serratura della porta era senza mandate. Come se fosse stata chiusa dall’interno, nel caso l’attore fosse stato solo, o dall’esterno, se qualcuno se ne fosse andato via accostandola dietro di sé. Ricostruzione, però, priva di elementi utili per confermare o smentire l’una o l’altra ipotesi.
Mistero fitto, insomma, aggravato purtroppo da fake news, come quella che parla di un fantomatico testimone che avrebbe visto in un bar il vincitore del David di Donatello in compagnia di un losco personaggio. Gli investigatori avrebbero anche acquisito i tabulati telefonici per studiare il traffico sul cellulare dell’attore scomparso.