“Sedazione profonda”, malato di Sla sceglie di morire facendosi addormentare
PRIMO CASO La morte di Dino Bettamin riaccende il dibattito politico. Associazione Coscioni: conferma il diritto a sospendere le terapie
Il suo è il primo caso di “sedazione profonda” somministrata ad un malato di Sla fino alla morte. Ha scelto di morire così ieri Dino Bettamin, 70enne macellaio di Montebelluna nel Trevigiano. Malato da cinque anni e dopo un calvario inevitabile per questo tipo di patologia, l’uomo il 5 febbraio si è reso conto che le forze fisiche e psicologiche lo stavano abbandonando e ha compiuto una scelta definitiva, quella di farsi sedare profondamente fino al sopraggiungere della morte. Così avrebbe detto agli infermieri che lo assistevano a casa giorno e notte: “Voglio dormire fino alla morte”. Lo ha ripetuto qualche ora più tardi alla moglie, ai figli, al medico delle cure palliative e alla Guardia medica: “Fatemi dormire fino alla fine”. In questo modo è stato rispettato il suo rifiuto a qualsiasi trattamento, compresa la nutrizione artificiale. E così il diritto alla dolce morte, l’eutanasia, disciplinata e consentita in alcuni ordinamenti di diversi stati membri dell’Ue, dall’Olanda al Belgio fino Lussemburgo, ma non in Italia, riaccende il dibattito nel Belpaese, essendo destinato a rientrare nell’agenda politica.
LE REAZIONI “Il caso di Dino Bettamin conferma cio’ che abbiamo conquistato in un decennio di lotte al fianco di Piergiorgio Welby, Peppino Englaro e tanti altri malati: il diritto costituzionalmente garantito a sospendere le terapie sotto sedazione. Nel recente caso del nostro iscritto Walter Piludu fu un magistrato a imporre alla Asl di Cagliari di rispettare la scelta del malato” Lo sottolinea Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. “Nel caso di Treviso – ricorda – sono stati direttamente i medici, nel pieno e rigoroso rispetto della propria deontologia professionale, a scegliere di rispettare la volonta’ del malato”. “C’e’ da augurarsi che questo ulteriore precedente – aggiunge Cappato – possa servire ai Parlamentari per accelerare le decisioni sulle disposizioni anticipate di trattamento e il consenso informato, chiarendo in modo esplicito che quanto accaduto a Treviso non deve dipendere dalla disponibilita’ e apertura dei medici, ma deve essere garantito come diritto per tutti i cittadini” conclude. Per il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto: “E’ necessario accelerare sulla legge sul testamento biologico. Non possiamo tradire una domanda cosi’ forte per una legislazione moderna e civile su questo tema. Prima della fine della legislatura va fatta. Chiedo un impegno a tutti i gruppi parlamentari: approviamola in fretta”.