Aperti i seggi in Austria per il voto per il rinnovo della camera bassa del Parlamento. Sono circa 6,4 milioni gli elettori chiamati alle urne. Si prevede una partecipazione alta e un consistente ricorso al voto postale. I seggi chiuderanno alle 17 ora locale e i primi exit poll saranno diffusi subito dopo. Per i risultati definitivi bisognerà tener conto anche del voto postale, pertanto alcune incertezze potranno essere sciolte addirittura giovedì. Tutti i sondaggi prevedono una vittoria del leader dei popolari Sebastian Kurz, che con i suoi 31 anni potrebbe diventare il più giovane premier europeo. Il sistema proporzionale gli imporrà la ricerca di un alleato, da scegliere tra l’estrema destra di Heinz-Christian Strache, o i socialdemocratici del cancelliere uscente, Christian Kern. In sostanza, si profila, una virata a destra in Austria, dove i nazionalisti-populisti del Partito della Libertà (FPOe) sono riusciti a imporre un’agenda elettorale centrata sul problema dell’immigrazione e sui timori suscitati dall’islam radicalizzato. Gli austriaci andranno oggi alle urne per eleggere il Nationalrat, il Consiglio nazionale, l’unica Camera elettiva del Parlamento austriaco, visto che il Bundesrat è eletto dai membri dei parlamenti statali dei nove Bundesland che compongono la Repubblica federale. Si tratta di consultazioni nazionali anticipate, volute in primo luogo dal nuovo presidente del Partito popolare austriaco, ÖVP, il giovanissimo e molto popolare ministro degli Esteri, Sebastian Kurz, che appare il favorito per diventare il prossimo cancelliere federale.
I sondaggi danno il partito della Libertà come seconda forza politica (alcuni rilevamenti dicono terza), quindi con buona possibilità di diventare elemento imprescindibile di una futura coalizione di governo a supporto dei conservatori guidati da Kurz. Se questo scenario si concretizzerà, FPOe intende bloccare i sussidi per gli immigrati, vuole introdurre referendum in stile svizzero per tutta una serie di controverse questioni e portare Vienna nel Gruppo di Visegrad, il club centro-europeo che persegue una sua propria agenda in seno all’Ue, a cominciare dal no all’accoglienza dei migranti. Un ritorno in gran forza della formazione fondata da un ex funzionario nazista e diventata nel 2000 il primo partito di estrema destra a entrare in un governo dell’Europa postbellica. Un partito che sembrava destinato a definitivo declino con una scissione e la morte del suo leader carismatico Jorg Haider nel 2005. E invece l’ambizioso Heinz-Christian Strache è riuscito a rilanciarlo e l’anno scorso il suo candidato alla presidenza Norbert Hofer è andato molto vicino a vincere nel confronto con l’attuale capo dello Stato Alexander Van der Bellen: se FPOe entra nel prossimo governo, Hofer sarà proposto come candidato a ministro degli Esteri. Secondo gli ultimi sondaggi, OeVP può contare sul 33% circa delle preferenze, mentre i Social-democratici del cancelliere uscente Christian Kern si fermerebbero al 24%, ovvero dietro al FPOe, che prenota un 25-26%. Il FPOe era in testa nelle proiezioni elettorali sino a quando, all’inizio dell’anno, Kurz ha preso le redini dell’OeVP. Pescando a destra – in particolare con l’introduzione del bando del velo integrale per le donne e proponendo tagli ai sussidi per gli immigrati – Kurz ha sottratto voti alla destra populista. Il 48enne Strache dice che il ministro degli Esteri è il suo “più grande fan”, ma intanto con lui deve e dovrà fare i conti. E’ possibile, anche probabile, che dopo le legislative si ritrovi in ‘ticket’ con lui come vice-cancelliere.