Alla Camera nel dibattito sulla Brexit in vista del Consiglio straordinario di Bruxelles di oggi 29 aprile FI ha votato la risoluzione della maggioranza e la maggioranza quella di FI. Sulla politica estera e’ arrivato un altro messaggio al Carroccio. Ed e’ firmato, riferiscono fonti parlamentari azzurre, direttamente da Berlusconi che si e’ sentito con i vertici del gruppo alla Camera. Sull’ipotesi di convergere con il Pd il Cavaliere ha dato il via libera. Cosi’ diamo un segnale alla Lega, ha detto l’ex presidente del Consiglio ai suoi. Dunque sulla politica estera si resta nel perimetro europeo, niente fughe in avanti, si segue la linea del Ppe. E del resto Marina Berlusconi ha dato di fatto, in un’intervista al ‘Corriere’, uno stop ai populismi, auspicando il ritorno della politica, “non ci sono alternative”. Il Cavaliere e’ diventato il ‘fantasma’ che aleggia sulle primarie dem. Con Orlando che ha annunciato di voler promuovere un referendum tra gli iscritti del Pd qualora si arrivasse ad un accordo con il presidente di FI in Parlamento. “Una fake news”, ha tagliato corto il renziano Richetti, “non esiste”, anche il parere di Marcucci che ha ricordato come il Guardasigilli sia stato ministro proprio in un governo Berlusconi. Per ora pero’ ufficialmente non c’e’ alcun punto di contatto FI-Pd.
Renzi ripete che con Berlusconi i contatti sono terminati dopo la rottura del patto del Nazareno e lo stesso ex premier non ha intenzione di promuovere alcun intesa con i dem prima delle elezioni. Ma anche il cosiddetto ‘asse del nord’ in FI teme un governo di larghe intese. La battaglia e’ sulla legge elettorale e per ora “la posizione imprescindibile” di FI e’ che si viri sul premio alla coalizione. L’alternativa, con il premio alla lista, sarebbe quella di trovare un accordo sul listone con la Lega per raggiungere la quota del 40%. Inoltre con il Pd la distanza e’ pure sui tempi, perche’ Berlusconi non vuole alcuna accelerazione sulle elezioni anticipate, in attesa che ad ottobre arrivi la sentenza dalla Corte di Strasburgo. Si aspetta in ogni caso l’avvio della partita, quando Renzi indossando i panni del segretario del Pd, avanzera’ una nuova proposta. Il candidato alla segreteria del Nazareno punta sul maggioritario, non vuole il proporzionale ma quando – e se – si entrera’ nel pieno della trattativa non e’ escluso che FI apra la porta all’estensione dell’Italicum al Senato, con una soglia di sbarramento intorno al 5% e i capilista bloccati.
Un tema che sta a cuore agli azzurri che non hanno gradito l’accelerazione del presidente della Commissione Affari costituzionale Mazziotti che ha annunciato la presentazione di un testo base entro il 3 maggio. “Deve concordare il testo, non puo’ agire da solo”, sottolinea un ‘big’ azzurro. Berlusconi per ora si tiene fuori dal dibattito: “FI puo’ arrivare al 25%”, e’ l’asticella che l’ex premier ha fissato con i suoi. Nel centrodestra pero’, con il Cavaliere rimasto dopo alcuni giorni trascorsi in Francia anche questa settimana ad Arcore (anche la settimana prossima sara’ lontano da Roma), si attende soprattutto il voto in Francia. I cosiddetti populisti puntano su Marine Le Pen, con la Lega che sbandiera come modello vincente anche la riforma di Trump sul fisco. Una rivoluzione, quella della riduzione della pressione fiscale per le imprese, che e’ stata sempre un cavallo di battaglia di Berlusconi. Ed infatti i parlamentari di FI ora guardano proprio al fisco come uno dei punti del prossimo programma. E si interrogano anche su una eventuale (e sempre smentita) discesa in campo di Marina Berlusconi.