di Maurizio Balistreri
Il terremoto politico-culturale che ha investito il Pd nella stagione del governo Renzi ha rimesso in moto un processo politico che fino a poco tempo fa pareva impossibile: l’ennesimo tentativo di mettere insieme un “soggetto politico” (si dice così quando non si sa bene se sarà un movimento, un partito o una federazione) a sinistra dei democratici. Domani al Teatro Quirino di Roma, in una assemblea in programma dalle 10 alle 14, nasce Sinistra italiana, per ora un gruppo parlamentare che fonde un po’ di transfughi del Nazareno con il troncone superstite di Sinistra ecologia e libertà dopo l’emorragia di parlamentari a favore del Pd. La prima iniziativa, intitolata “La sinistra che cambia”, è dedicata alle proposte per cambiare la legge di stabilità, ma il traguardo è quello di costruire una vera forza alternativa per l’elettorato deluso da Renzi. Il gruppone conterrà, oltre ai postcomunisti di Nichi Vendola, nomi noti e meno noti di provenienza dem come Stefano Fassina, Monica Gregori e il bersaniano Alfredo D’Attorre, ex Sel (ed ex Ds e Sd) come Claudio Fava. Rifiutata l’etichetta di “Cosa rossa”, aperto un canale di comunicazione con le aree prodiane del Pd, il nuovo soggetto attende le decisioni di Pippo Civati, che con la sua associazione Possibile fa sapere di volere un percorso meno verticistico e nel frattempo prepara uno statuto e si dà appuntamento per i suoi “stati generali” a Napoli il 21 novembre. Resta in piedi, per l’ex partner di Renzi alla prima Leopolda, l’ipotesi di un sottogruppo parlamentare insieme alla componente “di sinistra” degli ex 5 stelle di Alternativa libera.
Civati chiedeva una netta presa di distanza dal Pd in tutti i prossimi appuntamenti amministrativi: un compromesso fra lui e Sinistra italiana è vicino su Cagliari (sindaco uscente Massimo Zedda di Sel), su Torino, su Napoli, tutte città dove è poco probabile o impossibile un patto con il Pd. Più lontana l’intesa su Milano, dove Sel, al termine dell’esperienza di Giuliano Pisapia, non si rassegna a rinunciare alle primarie e a una proposta di centrosinistra e invece Civati potrebbe correre in proprio. Proprio per evitare di dare l’impressione di una operazione di vertice, o di una annessione a Sel di pezzi di sinistra in caduta libera, domani non è previsto un intervento di Nichi Vendola: ci saranno contributi di gente comune, pillole video su temi di battaglia politica e sociale, e interventi più o meno su un piano paritario degli ex Pd Fassina e D’Attorre e di Nicola Fratoianni, Loredana De Petris e Arturo Scotto a nome di Sel.
“La sinistra che cambia è per noi – scrive Vendola nella sua newsletter – quella che propone una strada alternativa, praticabile e concreta, capace di trovare soluzioni ai grandi problemi del Paese: disuguaglianza, povertà, disoccupazione, mancanza di innovazione nel sistema d’impresa e nella pubblica amministrazione”. D’Attorre segnala la “grande novità politica: finora chi usciva dal Pd rimaneva disperso” mentre “da domani parte un grande processo unitario per una sinistra plurale, larga, popolare che abbia un riferimento certo per le proprie battaglie in Parlamento e un legame con la realtà sul territorio nazionale”. “La scelta di costruire un gruppo parlamentare unito è per noi pratica di democrazia costituzionale. Vogliamo essere quel ‘terminale sociale’ di cui ha parlato in questi giorni il professor Rodotà, per il mondo del lavoro, per il mondo della scuola, per lo sviluppo sostenibile e per i diritti nel Paese”, dice dal canto suo Fassina. Per Scotto il nuovo soggetto punta a contrastare “le politiche del governo Renzi” e a competere “sul terreno di un’opposizione di merito e non demagogica con il Movimento 5 stelle e con il blocco delle destre”.