“Controllare la posta elettronica, scrivere testi su facebook o twitter, navigare sul web è un tentativo per distogliere la propria attenzione, i propri pensieri da qualcosa che ci sta preoccupando incessantemente e da cui tentiamo di liberarci. Ma questo conforto sarà solo momentaneo. Perché poi lo stato d’animo vero ritorna ma ritorna anche la necessità di scappare nuovamente e di rifugiarsi nella tecnologia per pensare ad altro”, afferma, commentando lo studio, Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico. “Oggi siamo tutti sull’orlo di una cellular addiction che può diventare cronica senza che ce ne accorgiamo – spiega l’esperta, anche direttore della Clinica dello Stress e Supervisore EMDR – Il cellulare copre le nostre ansie e quando per qualsiasi motivo viene a mancare, telefonino scarico, problemi di rete o quant’altro, queste riaffiorano violentemente creandoci un malessere che se non individuato e affrontato può tramutarsi negli anni in DAP, Disturbo di Attacco di Panico”. Secondo la Vinciguerra “il telefonino può essere considerato in tutti, anche nella persone apparentemente normali, come uno psicofarmaco che copre le ansie, le paure, le gelosie. E ci fa costruire un mondo che può essere però lontano dalla realtà”.