Philip Morris punta con decisione sempre maggiore sullo ‘smoke free world’, un mondo senza fumo. Una scelta irreversibile, a fronte di circa 4,5 miliardi di dollari di investimento in ricerca e sviluppo per sostituire le sigarette con prodotti che eliminino la combustione del tabacco, come Iqos, in grado di ridurre significativamente le sostanze dannose o potenzialmente dannose presenti nel fumo di sigaretta. E la scelta è stata ribadita anche a margine dell’appuntamento semestrale, a Washington, del summit sulle sigarette elettroniche e i prodotti alternativi al tradizionale fumo. Lo conferma Gabriela Wurcel – Vice Presidente Corporate Affairs per l’ America centrale e meridionale di Pmi, alla quale abbiamo chiesto quali sono le strategie per far conoscere ai fumatori i prodotti potenzialmente meno dannosi: “I fumatori devono essere informati con accuratezza sui benefici dei prodotti smoke free, ma anche sui relativi rischi. Devono sapere che non tutti i prodotti contenenti tabacco sono uguali, e devono avere accesso a queste informazioni affinchè possano fare questo ‘switch’. La grande sfida che abbiamo davanti oggi è far capire ai consumatori che esistono prodotti migliori, se non vogliono o non riescono a smettere di fumare “.
IQOSè il prodotto di punta: le sue caratteristiche sono illustrate da Gizelle Baker, Direttrice della ricerca scientifica PMI, che ha sede nell’avveniristico centro svizzero di Neu Chatel. “La principale caratteristica di IQOS e degli altri prodotti a potenziale rischio ridotto che abbiamo sviluppato è l’eliminazione della combustione del tabacco. Questo consente ai fumatori di avere una sensazione soddisfacente, simile al fumo, ma con molte meno sostanze nocive. Questo offre un’alternativa migliore a chi vuole continuare a fumare o non riesce a smettere”. “Quando abbiamo fatto i test scientifici abbiamo indagato su quanto il prodotto riduce le emissioni e sulla quantità di sostanze potenzialmente meno nocive rilasciate; poi è anche emerso che chi utilizza questi prodotti è meno esposto alle sostanze tossiche o potenzialmente tossiche generate dalla combustione del tabacco e questa riduzione dell’esposizione si traduce in effetti potenzialmente meno dannosi nell’organismo”. Germana Barba, Vice presidente Regulatory Strategy and Engagement di PMI fa invece il punto sulle novità emerse a livello internazionale.
“La conferenza di Washington che riunisce le personalità scientifiche e regolamentarie più autorevoli sia degli Stati Uniti che del Regno Unito ha confermato due concetti molto importanti. Il primo è che c’è un consenso sul fatto che la causa primaria delle malattie legate al fumo è la combustione, e quindi prodotti legati che operano in contest idi assenza di combustione, ma comunque contenenti la nicotina (che il fumatore ricerca) sono probabilmente delle alternative molto meno dannose rispetto alle sigarette. Il secondo elemento di consenso è che i fumatori che non vogliono o che non riescono a smettere di fumare devono essere a conoscenza della possibilità a passare a queste alternative meno dannose. Allo stesso tempo, però, bisogna evitare che i più giovani si avvicinino a qualunque forma di consumo della nicotina”.
Cosa si può fare allora, a livello regolatorio? “Le regole secondo noi, dovrebbero essere ben distinte. Dovrebbero fare una distinzione nette fra le sigarette che sono la forma più dannosa di consumo di nicotina, e i prodotti riscaldati del tabacco oppure le sigarette elettroniche che sono una forma molto meno dannosa. Su questo ci sono dei primi passi in avanti. Per esempio la FDA ha annunciato un piano che da un lato mira a imporre delle restrizioni ancora più pesanti sulle sigarette, ma dall’altro renderà le regole molto più flessibili per i prodotti meno dannosi, come le sigarette elettroniche o IQOS. L’Unione europea ha iniziato, ma certamente può fare di più e l’Italia circa un anno fa ha adottato una regolamentazione che consentirà ai produttori di tabacco di comunicare ai consumatori che un certo prodotto è meno dannoso di un altro, previa autorizzazione del ministero della Salute”.