di Giuseppe Novelli
Sì alla giustizia, no alla “barbarie del giustizialismo”. Renzi torna a parlare di giustizia, nell’aula del Senato. “Questo Paese – dice – ha conosciuto figure di giudici eroi che hanno perso la vita ma anche, negli ultimi 25 anni, pagine di autentica barbarie legata al giustizialismo. Un avviso di garanzia è stato per oltre 20 anni una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento demagogico e populista di chi fa di ogni erba un fascio”. Questo non vuol dire che il governo attacca la magistratura, anzi, assicura Renzi, “la vicenda di Potenza per noi non è chiusa: ci auguriamo che i magistrati di Potenza siano messi in condizione velocemente di concludere le indagini. Ce lo auguriamo prima che per gli indagati perchè ci sono 400 persone da domani in cassa integrazione, i dipendenti dell’Eni di Viggiano. I giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggeremo, ma le sentenze devono arrivare presto perché vogliamo sapere chi è responsabile, chi è colpevole, chi ruba”. Sulla vicenda Tempa Rossa in particolare, Renzi rivendica l’azione del governo, perché “cercare di sbloccare l’Italia non è reato”. E non solo, afferma che nell’inchiesta di Potenza “non c’è alcuna ipotesi di corruzione che riguarda questo governo”, ma non c’è stato neppure alcun cedimento alle lobby: “Nella formazione del procedimento parlamentare è evidente che ascoltiamo tutti e poi facciamo noi. Questo significa avere la spina dorsale dritta, questo significa essere politici e politiche, rispondiamo di quel che facciamo, a viso aperto”.
GASPARRI Sulla giustizia “lezioncine dal marchese del grillo non le prendiamo perché o si è garantisti sempre o non lo si è mai. Non è successo solo al senatore Margiotta di subire in silenzio ma anche a tanti di noi”, chiosa Maurizio Gasparri di Fi durante le dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia in Senato. “Noi – aggiunge – non veniamo meno dalla nostra posizione garantista e dunque presentiamo una mozione di sfiducia alla carriera di questo governo”, “oggi Renzi si è permesso di dire che la riforma del lavoro andava fatta già prima del 2003, ma noi l’avevamo fatta, l’aveva fatta Marco Biagi. Renzi abbia almeno rispetto per i morti”.
SCHIFANI Per il presidente dei senatori Ap, Renato Schifani, “in Italia manca una disciplina legislativa che regolamenti l’esercizio dell’attività lobbistica, vista nella sua corretta accezione di dialogo e confronto tra le rivendicazioni ed esigenze di corpi sociali e produttivi da un lato e potere legislativo ed esecutivo dall’altro. “Tutto ciò – aggiunge – porta a contatti diretti di rappresentanti di categoria con il mondo della politica e del governo. Nessuna barriera, nessun filtro, nessuna selezione. Occorrerà, allora, provare ad individuare dei meccanismi che assicurino un confronto tra l’esecutivo ed il privato attraverso regole di rigida trasparenza, pubblicità e tipicità delle procedure da adottare”.
M5S “Gli italiani devono sapere, con chiarezza, che la mozione di sfiducia sara’ bocciata da quest’ aula per un motivo molto semplice: ancora una volta il gruppo del senatore Verdini, proprio quello che ieri e’ stato rinviato a giudizio per la sesta volta in 2 anni, e proprio quello condannato per concorso in corruzione, votera’ con la maggioranza”, cosi’ Nunzia Catalfo, capogruppo M5S. “E’ un governo politicamente corrotto dalle lobby, dai clan del petrolio e degli affari, salvato da soggetti corrotti penalmente e con a carico piu’ processi che Al Capone. Corruzione e malaffare che, in quest’Aula, si nutrono, si salvano e si autoassolvono: uno spettacolo indegno per un paese civile” continua la Catalfo.