Il disegno di legge sui diritti del “concepito” è “al drafting”, dicono da Fratelli d’Italia, cioè in una fase preliminare che a palazzo Madama precede tecnicamente la presentazione vera e propria, ma il senatore Roberto Menia ne rivendica la paternità: “Voglio proclamare – dice ad askanews – il diritto di vivere, il diritto di nascere a quello che è già un essere vivente”. Il testo è molto breve: “1. L’articolo 1 del codice civile è sostituito dal seguente: ‘Art. 1. – (Capacità giuridica). – Ogni essere umano acquista la capacità giuridica dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita’”.
Nella relazione che accompagna il testo si legge fra le altre cose che “urge una completa disciplina dell’intervento manipolatore dell’uomo nell’ambito della genetica. Per questo è preliminare la definizione dello ‘statuto giuridico dell’embrione umano’, come richiesto anche dal Parlamento europeo nelle due risoluzioni del 16 marzo 1989 sui problemi etici e giuridici della ingegneria genetica e della procreazione artificiale umana. Anche nel campo dell’aborto, dove nella riflessione giuridica si accavallano e si combinano in vario modo concetti diversi (‘stato di necessità’, ‘conflitto di diritti e di interessi’, ‘tutela della vita’, ‘autodeterminazione della donna’, ‘servizio sociale’), è indispensabile individuare con chiarezza il significato giuridico dell’essere umano nella fase più giovane della sua esistenza. Lo esige la stessa legge 22 maggio 1978, n.194, la cui affermazione iniziale (‘Lo Stato (…) tutela la vita umana fin dal suo inizio’) deve meglio essere precisata”. “Lo avevo già presentato dieci anni fa alla Camera. Il succo – spiega il parlamentare di FdI intercettato al termine della seduta dell’aula di palazzo Madama – è il diritto dell’embrione, per me esiste un diritto alla vita, l’ho fatto in piena coscienza. Io ho il diritto, mi auguro, non esiste un pensiero unico su queste cose: la vita noi non possiamo raccontarci ipocritamente che la vita nasce nel momento in cui il bimbo esce dall’organo femminile. La vita nasce ben prima”.
Menia rivendica di non essere “un pasdaran”, ma aggiunge: “C’è gente che ci parla della sensibilità delle piante, ci preoccupiamo delle foche monache, siamo diventati tutti animalisti, il Covid ci ha insegnato che c’è addirittura un superpotere che ci protegge la nostra salute, devono decidere pure quando dobbiamo morire ma sul diritto di nascita si può giocare con la vita…. Non si può giocare con la vita. Io ho capito benissimo qual è il senso: questo va contro il principio di autodeterminazione delle donne. No, io sono per il principio del diritto alla vita: perché questa Europa sta morendo? Perché la gente non nasce più, qua si vuole affermate il diritto di qualcuno di decidere che qualcun altro non ha il diritto id nascere. Dopo di che si gioca con gli embrioni, si fanno cose strane, due maschi che si mettono insieme rivendicano il diritto all’omogenitorialità, vanno a comprarsi attraverso l’utero di qualcuno un bambino? Cose che trovo moralmente ributtanti, e quindi voglio proclamare il diritto di vivere, il diritto di nascere a quello che è già un essere vivente”, conclude.