Senato, il voto segreto salva Azzollini. Lega e M5S accusano il Pd

L’INCIUCIO Ribaltata la richiesta della Giunta per l’esponente Ncd. Grillo: “La legge non è uguale per tutti” VIDEO

azzollini

Il voto segreto salva il senatore del Ncd Antonio Azzolini dagli arresti. Con 189 voti contrari, 96 favorevoli e 17 astenuti, l’assemblea del Senato ha respinto la richiesta formulata dalla procura di Trani nell’ambito dell’inchiesta sul crac della casa di cura della Divina provvidenza. Il voto ribalta la posizione espressa dalla giunta per le immunità che a maggioranza aveva votato a favore della richiesta di arresto e decisiva è stata la posizione del Pd che ieri, con una lettera del presidente dei senatori Luigi Zanda, ha cambiato rotta chiedendo ai suoi di votare secondo coscienza. Dopo il voto c’è stata bagarre in aula con gli esponenti del M5s e della Lega che hanno inveito contro il Partito Democratico. “Con questo voto il Pd ha dimostrato di essere amico di Azzollini e nemico dei cittadini e della magistratura”, ha detto il capogruppo dei grillini Gianluca Castaldi, mentre lo stesso Beppe Grillo ha espresso la sua indignazione su Twitter: “La legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd”. Dello stesso tenore le dichiarazioni del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, secondo il quale “Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga”.

https://youtu.be/pGG8vUEb1qA

“L’aula è sovrana. Rispetto quel risultato pur difendendo il lavoro accurato e approfondito fatto in giunta. Non è del resto la prima volta che una decisione della giunta per le immunità venga sovvertita dal voto dell’aula. Il voto di oggi dimostra piuttosto una volta di più la piena autonomia della giunta stessa dalle dinamiche del governo e dalle logiche parlamentari”, ha dichiarato Dario Stefano (Sel), presidente della giunta per le immunità del Senato, che si era espressa, con voto “largamente a maggioranza” a favore degli arresti. Azzollini è coinvolto nell’indagine della Procura di Trani sulla bancarotta fraudolenta della casa di Cura Divina Provvidenza, istituto per malati psichici con sede a Bisceglie, Foggia e Potenza: le accuse sono di spreco di denaro pubblico, assunzioni clientelari, bilanci falsificati, stipendi e consulenze d’oro, utilizzo di risorse non finalizzate alla cura dei malati, che hanno provocato un buco da 500 milioni di euro, 350 dei quali costituiti da debiti nei confronti dello Stato. Dieci le richieste di arresto, tra cui quella per il senatore del Ncd, accusato proprio di aver gestito le assunzioni clientelari.