Senato vota su dimissioni Minzolini, Pd chiede voto palese. C’è anche il ‘caso’ Vacciano
I numeri non sono dalla parte dell’ex direttore tg. Ma scrutinio alla fine sarà segreto
Una mossa politica che, con ogni probabilità, non si tradurrà in realtà. Domani mattina si vota sulle dimissioni di Augusto Minzolini dal Senato e il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, ha chiesto che si proceda a voto palese. Una richiesta che si scontra con il regolamento di palazzo Madama sui voti che riguardano la persona, che probabilmente darà vita a un dibattito in aula e nulla più. I dem avevano però bisogno di allontanare l’ombra lunga del sospetto che rischia di addensarsi sul gruppo dopo che, grazie anche ad alcuni senatori Pd, lo stesso Minzolini era stato salvato dalla decadenza. Con il voto segreto, infatti, tutto cambia e potrebbe non bastare nemmeno l’indicazione data dal capogruppo di votare a favore delle dimissioni.
Facendo due conti, in realtà, il senatore di Forza Italia non avrebbe alcuna speranza di rimanere seduto su uno scranno di palazzo Madama. Sulla carta ai 99 senatori del Pd vanno aggiunti i 35 del M5s, i 15 di Mdp e oltre una trentina tra gruppo Misto e Autonomie. In tutto più di 180 pronti a votare a favore delle dimissioni a cui vanno aggiunti i 12 della Lega che, come confermato dal segretario Matteo Salvini, voteranno a favore. Nel voto segreto, tuttavia, si può nascondere di tutto, compresi i ‘tiri mancini’ fatti in realtà per far ricadere la colpa su qualcun altro. Sa bene quanto sia difficile dimettersi da palazzo Madama, d’altra parte, l’ex grillino Giuseppe Vacciano, che ha presentato le sue dimissioni nel dicembre del 2014 e da allora tenta invano di lasciare lo scranno. Domani si rivoterà anche sulla sua richiesta.