Senegalese ucciso a Firenze, immigrati contro teoria del folle
Tensione tra i connazionali di Diene e il sindaco Nardella che è stato allontanato a suon di insulti
Il giorno dopo l’omicidio di Idy Diene, colpito a freddo per sei volte dalla pistola di Roberto Pirrone a Firenze, la comunità senegalese è tornata a manifestare la sua disperazione e la rabbia sul luogo dell’omicidio, vicino a Ponte Vespucci. Circa 300 persone hanno manifestato pacificamente, poi ci sono stati attimi di tensione all’arrivo del sindaco di Firenze, Dario Nardella. Il primo cittadino ha ripetuto che si è trattato del gesto di un folle: “nessuno -ha detto- si permetta di dire che Firenze non è una città aperta e inclusiva. Noi abbiamo condannato con grande fermezza e in maniera inequivocabile questo atto criminale. Allo stesso tempo, diciamo che bisogna manifestare in maniera democratica perché siamo in una società democratica”. Nardella è stato allontanato a suon di insulti, urla e anche qualche sputo. Ma la versione del killer semplicemente folle fa infuriare Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese a Firenze, che conta già due vittime nel 2011 per mano di un militante di Casapound: “Siccome tutti lo danno per pazzo, con una perizia psichiatrica diranno che è pazzo e che tra un anno è fuori. Noi non permetteremo questo”. Diaw ha invitato i suoi connazionali ad esprimere il risentimento in maniera civile e si è scusato per le fioriere danneggiate durante il corteo di lunedì: “Ci dispiace però attenzione, il messaggio che stiamo leggendo in queste ore sono le fioriere che contano più del morto, mi dispiace ma questo è un messaggio che non accettiamo”.