Lo scontro tra politica e magistratura sfocia in uno sciopero delle toghe per il prossimo 27 febbraio. L’oggetto del contendere è sempre la riforma costituzionale che separa le carriere dei magistrati inquirenti da quelle dei magistrati giudicanti. E già la prossima settimana in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario i magistrati manifesteranno la loro protesta sfoggiando sulle toghe una coccarda tricolore ed esponendo cartelli con frasi a tutela della Costituzione che saranno lette all’inizio delle relazioni giudiziarie.
“Non esiste alcuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile con le nostre forme di protesta”, ha dichiarato Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), a margine della riunione del comitato direttivo che deciderà le modalità della protesta contro la separazione delle carriere, da attuare anche durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, e sullo sciopero.
Queste parole sono state pronunciate in risposta alla domanda di una giornalista che chiedeva chiarimenti sulle dichiarazioni del vicepremier Antonio Tajani. Tajani, il giorno precedente, riguardo alle proteste dei magistrati aveva affermato: “Non credo che un servitore dello Stato dovrebbe contestare il governo. Come se i carabinieri, in disaccordo con una decisione del governo, abbandonassero una cerimonia”. “Noi, come i Carabinieri ma come qualsiasi altro funzionario pubblico, siamo assolutamente fedeli alla Repubblica.
“Siamo servitori dello Stato, che agiscono secondo le funzioni loro proprie”, ha sottolineato Santalucia, aggiungendo: “Ricordo non solo al ministro Tajani ma a tutti, così da chiarire ogni equivoco, che documenti del Consiglio d’Europa, quindi dell’organo in cui opera la Corte europea dei diritti dell’uomo, le massime istanze di libertà, richiamano ai magistrati il diritto-dovere di esprimersi, quando ritengono che riforme o interventi della politica possano mettere a rischio la loro indipendenza e autonomia”.
Tornando alla protesta, sarà inoltre abbandonata silenziosamente dai magistrati la sala della Corte di Appello di Napoli quando sabato prossimo è previsto prenda la parola il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ex pm. E lo stesso accadrà nelle altre corti di appello quando sarà data la parola a delegati del ministro. La riforma, approvata dalla Camera lo scorso 16 gennaio 2025, è considerata dai magistrati una minaccia all’autonomia e all’indipendenza della giustizia. I rappresentanti dell’Anm hanno denunciato che si tratta di una “riforma della magistratura, non della giustizia”, con potenziali effetti negativi per i cittadini.
Immediata la reazione della politica. La decisione di Anm di abbandonare la cerimonia alla inaugurazione dell’ anno giudiziario quando interverrà il Ministro o un suo rappresentante è un fatto di gravità inaudita – afferma Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera -. La Magistratura silente, laboriosa, a servizio del cittadino e della legge, si deve ribellare. È inaccettabile come inaccettabile è scioperare contro una legge del Parlamento. Cosa accadrebbe se il potere esecutivo e il potere legislativo scioperassero contro le sentenze? È veramente un comportamento eversivo. Certamente non ci faremo intimidire. Andiamo avanti più di ieri e meno di domani”.
Anche Maurizio Gasparri parla di “scelta autenticamente eversiva” quella di abbandonare la cerimonia dell’anno giudiziario quando parlerà il Ministro o un suo rappresentante. “Chi assume decisioni del genere andrebbe estromesso dall’ordine giudiziario per indegnità – afferma il presidente dei senatori di Forza Italia -. Non avverrà, ma dovrebbe avvenire”.