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Separazione carriere: tra Anm e governo lo strappo è definitivo

Nessuna ricucitura, nessun avvicinamento: lo strappo tra governo e Anm sulla separazione delle carriere è definitivo. La conferma arriva dal vertice di Palazzo Chigi che ha visto riuniti per oltre due ore attorno allo stesso tavolo la presidente del consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e una delegazione dell’Anm guidata dal presidente Cesare Parodi.

Le posizioni restano opposte: da un lato il governo, che “ha ribadito la volontà di proseguire con determinazione e velocità nel percorso di attuazione della riforma costituzionale, auspicando la sua approvazione in tempi rapidi”. Dall’altra parte della barricata l’Anm, che con il neo presidente Parodi si è limitata a prendere atto “con molta chiarezza della volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento e senza alcuna modifica sul punto”. Per il presidente dell’Anm, non ci sono dubbi: “Sulla separazione delle carriere c’è nessuna forma di possibile contatto perché questa convinzione che secondo me è alla base della riforma si è radicalizzata nel corso di molti anni e quindi è molto difficile farla cambiare”.

Un nulla di fatto che tuttavia, tiene a sottolineare Parodi, non va interpretato come un fallimento: “Non mi aspettavo di più. Lo considero un momento di chiarezza per la prosecuzione della nostra attività, per la nostra volontà di arrivare alla gente, di farci capire”. Di certo, assicura il presidente dell’Anm davanti a telecamere, fotografi e giornalisti, tra toghe e governo “non c’è stata una trattativa. Nessuna offerta è stata effettuata, ma questo era evidente perché il governo sa benissimo che non potevamo corrispondere nulla in cambio. Siamo venuti con la nostra coscienza a presentare le nostre idee. Non abbiamo da offrire nulla se non la nostra lealtà”.

Ciascuno per la sua strada, dunque: il governo preme sull’acceleratore della riforma e i magistrati proseguono con la loro mobilitazione, preannunciando “manifestazioni di varia natura: ci saranno dibattiti, interventi sui social e in tv, ci saranno dibattiti sui giornali, ci saranno opuscoli e incontri con la gente. Quello che si può fare in una democrazia per far valere le proprie ragioni”. Insomma, garantisce Parodi, “andiamo avanti con serenità, ma se la riforma sarà approvata saremo i primi ad applicarla”.

E’ stata l’occasione per misurare il livello dello scontro tra politica e magistratura: il presidente dell’Anm ha chiesto al governo “maggiore rispetto per i magistrati” e la premier ha replicato assicurando che “la politica a sua volta sente di essere attaccata”. L’auspicio, evidenzia Parodi, è “recuperare un reciproco rispetto che gioverebbe soprattutto agli interessi del Paese”.

Governo e toghe non hanno in agenda altri momenti di confronto sulla separazione delle carriere: “Sinceramente non abbiamo ulteriori appuntamenti con il governo – ammette Parodi -. Speriamo di averne per gli altri aspetti ma su questo tema andiamo avanti per conto nostro”. Il riferimento è sul documento di 8 punti incentrato sull’amministrazione della giustizia presentato dall’Anm al governo, incassando la disponibilità della premier disponibile ad aprire un tavolo di confronto. Altra nota positiva, secondo l’Anm, è stata la “precisa e netta smentita” arrivata sull’ipotesi di sottrarre ai pm il controllo della polizia giudiziaria: “Sia la premier Meloni che il ministro Nordio – assicura Parodi -hanno detto che non hanno nessuna intenzione di dare corso a questa illazione”.

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Redazione