Più fatti che parole. Crocetta, riconosciuto nostro lavoro

3 luglio 2014

Servono più fatti che parole, ed esorta la Regione a predisporre presto “un programma pluriennale di aggiustamento economico finanziario sostenibile”. E’ il cuore della relazione della Corte dei conti che a sezioni riunite ha giudicato regolare il rendiconto 2013 della Regione siciliana, accogliendo tuttavia i rilievi sollevati dal pg Diana Calaciura in merito a due capitoli relativi alle entrate e ad alcuni aspetti tecnici del conto patrimoniale. Dal giudizio di regolarita’ sono stati escluse entrate per oltre 430 milioni, sara’ adesso il governo Crocetta a dover trovare una soluzione gia’ con la manovra ter. “Tenuto conto, soprattutto, delle luci e delle ombre che emergono dal referto della Corte sul consuntivo regionale del 2013, s’intende fermamente rimarcare l’imprescindibile esigenza che, a tutti i livelli di governo e da parte di tutti soggetti istituzionali e burocratici, si abbandoni prontamente la fase meramente programmatoria e riflessiva per passare a quella dei concreti interventi e delle fattive realizzazioni”. Una vera e propria bacchettata alla politica, quella del consigliere della Corte dei Conti siciliana, Tommaso Brancato.

La Corte dei conti bacchetta la Regione siciliana per i costi derivanti dal personale, non solo dipendente, ma comunque pagato dall’amministrazione. Nella relazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013, i giudici contabili osservano che “ad aggravare ulteriormente le tensioni di bilancio vi sono gli oneri derivanti dal pagamento di retribuzioni in favore dei dipendenti di strutture riconducibili alla Regione. Tra queste spiccano il percorso stagionale avviato dal corpo forestale della Regione e dall’Azienda regionale foreste demaniali, che ammontano complessivamente a 275 milioni di euro (seppur in calo del 14,6% rispetto al 2012). A cio’ si aggiungono i costi del personale delle societa’ partecipate regionali (300 milioni di euro circa l’anno, in corrispondenza di quasi 7.300 dipendenti)”.

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Dalle pagine della relazione emerge un ‘buco’ di quasi 100 milioni per la sanita’ in Sicilia, poiche’ “nell’esercizio 2013 il fabbisogno del settore e’ risultato superiore rispetto agli stanziamenti del bilancio e analoga situazione si profila in relazione al corrente esercizio”. In cifre, per i giudici contabili mancano 97,796 milioni, cio’ “produce una situazione di estrema gravita’”. Sul fronte delle entrate, invece, i residui attivi ammontano 15,219 miliardi, in aumento di 217 milioni rispetto all’anno precedente; 11 miliardi provengono dai passati esercizi, il resto di recente formazione. Quest’anno, la Regione ha eliminato dalle scritture contabili 1 miliardo di residui attivi. Ricordiamo che i residui attivi sono i crediti della Regione accertati, ma non riscossi. Per il pg Diana Calaciura “risponde certamente a criteri di sana gestione finanziaria procedere ad una ricognizione degli stessi per accertare la loro effettiva esigibilita’”. “Naturalmente l’annosa problematica dei residui attivi impone la necessita’ di rimpinguare adeguatamente gli appositi ‘fondi’ gia’ costituiti”, sottolinea.

Per il presidente della Regione, “la Corte dei Conti riconosce al governo il lavoro fatto già realizzato e le proposte di riforma contenute in alcuni significativi settori di intervento”. In altri termini, secondo Rosario Crocetta, i magistrati contabili “danno atto del miglioramento dello stato dei conti e della razionalizzazione della spesa”. “C’è ancora da fare – aggiunge – ma già nella nuova finanziaria sono contenute molte proposte in tema sia di partecipate che di personale, che possono aiutare a migliorare la situazione e iniziare una nuova fase in Regione, quella che punta sempre più al lavoro e allo sviluppo, agli interventi a favore delle imprese e del welfare. In tale quadro la presidenza della Regione trova assurdo mettere in discussione il reddito di cittadinanza. Infatti – prosegue Crocetta – non è vero che è insufficiente perché, partono adesso i cantieri di servizio per 50 milioni, abbiamo 62 milioni per progetti di solidarietà e 100 milioni con il Piano di azione e coesione (Pac). In tal senso riproporremo anche la norma messa in discussione relativa ai progetti di cittadinanza perché la solidarietà ai poveri è uno degli elementi centrali della politica di sviluppo”. Di certo, per il governatore, “con la parifica si mettono a tacere le tante illazioni sulla necessità del commissariamento della Regione e si dà atto che questo governo ha fatto fino a oggi un buon lavoro”.

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