Ha rappresentato per decenni la ferita più evidente lasciata dalla Seconda Guerra Mondiale. Sessant’anni fa, il 13 agosto 1961 Berlino veniva separata in due da un muro. Il suo nome ufficiale era Antifaschistischer Schutzwall, barriera di protezione antifascista. L’allora Germania Est diceva di voler evitare invasioni dall’Ovest. In realtà voleva bloccare i cittadini in fuga verso l’Occidente. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha partecipato alla cerimonia per commemorare il 60° anniversario di quella tragica notte. Ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza di esercitare il proprio diritto di voto a poche settimane dalle elezioni tedesche.
“Quando celebriamo la caduta del muro di Berlino il 9 novembre, questa primavera nel mezzo di un autunno freddo, dobbiamo anche commemorare il 13 agosto, l’inizio di un’era glaciale in piena estate”. Il muro era un sistema di recinzioni in calcestruzzo armato e filo spinato, lungo 156 chilometri e alto 3,6 metri. In 28 anni migliaia di persone hanno cercato di superare questa barriera e passare da Est a Ovest in cerca della libertà ma solo 5000 ci sono riusciti. Ufficialmente i morti nel tentativo di passare sono 133, molti studi parlano di almeno 200.
“La libertà e la democrazia hanno bisogno di impegno e passione decisivi. Questo inizia con la partecipazione alle elezioni democratiche, qualcosa che il Muro ha reso impossibile a molti per così tanto tempo. Pensate a questo, tutti voi, alle prossime elezioni parlamentari” ha aggiunto il Presidente. Il primo e più famoso varco fra Est e Ovest era checkpoint Charlie, dove ora c’è un museo che ricorda quei drammatici anni. Il 9 novembre del 1989 la caduta del muro, che ha cambiato la storia d’Europa e del mondo.