Si accende una nuova Guerra fredda. Scandalo Fifa, Platini: “Blatter va cacciato”

CALCIO NEL PALLONE L’Europa è al fianco degli Stati Uniti nel chiedere un passo indietro dello “zar del calcio” o almeno un rinvio del voto previsto per domani VIDEO

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Si accende una nuova Guerra fredda sulla rielezione di Sepp Blatter dopo il terremoto dello scandalo ai vertici della Fifa. L’Europa è al fianco degli Stati Uniti nel chiedere un passo indietro dello “zar del calcio” o almeno un rinvio del voto previsto per domani, mentre Russia, Asia e Africa difendono il 79enne dirigente elvetico.

La posizione di Putin. Con una dura presa di posizione contro l’inchiesta Usa sulle presunte mazzette, il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito “a dir poco strani” gli arresti di sette dirigenti della federazione mondiale di calco eseguiti a Zurigo, a suo avviso “un tentativo degli Stati Uniti di estendere la loro giurisdizione ad altri Stati”. Per il leader del Cremlino gli Usa si comportano come con i “nemici” Assange e Snowden e il loro è “un chiaro tentativo di impedire la rielezione di Blatter”. Washington “non ha nulla a che fare con le questioni della Fifa” e “i dirigenti arrestati non sono cittadini statunitensi”, ha affermato Putin. La Federcalcio di Mosca, che nel 2018 ospiterà i prossimi mondiali, ha ribadito il suo sostegno a Blatter. Tra i governi europei si rafforza invece la linea contraria alla rielezione.

Le parole di Cameron. Dalla Gran Bretagna, il premier, David Cameron, ha chiesto le dimissiomi di Blatter dicendosi “totalmente al fianco” della Football Association inglese che ha scelto di appoggiare il suo unico rivale, il principe giordano Ali bin al Hussein, come nuovo presidente. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Philip Hammond, affermando che “c’è qualcosa di profondamente sbagliato al cuore della Fifa” e che “serve assolutamente un cambio di leadership”.

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Le dichiarazioni francesi. Per la Francia è sceso in campo il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, che si è unito alla richiesta della Uefa per un rinvio del voto sul nuovo presidente che rischierebbe altrimenti di riconfermare Blatter. “Avrebbe senso prendersi un po’ di tempo, vedere cosa c’è di vero in questa inchiesta e poi si potrà valutare, ma al momento stanno dando un’immagine disastrosa”.

Platini e la Uefa. “Ho seguito quanto è successo, io che amo la Fifa e che ammiro la storia della Fifa, sono veramente disgustato e non ne posso più, è davvero troppo. Non commenterò le azioni giudiziarie che sono in corso, ma per la nostra immagine non è una bella cosa. Sono il primo ad essere disgustato”. Il presidente della Uefa Michel Platini, nel corso di una conferenza stampa a Zurigo, ha commentato quanto sta accadendo. “Oggi c’è stata una riunione con i membri della Uefa, ho parlato con il segretario generale, vi posso dire che domani una grandissima maggioranza della associazioni nazionali europee voterà per il principe Ali Bin Al-Hussein. La gente non ne può più, non vogliono più questo presidente, vogliamo una Fifa forte, oggi non lo è più”. Platini ha confermato di aver chiesto le dimissioni di Joseph Blatter. “Questa mattina tornando da Varsavia sono andato a trovare il presidente della Fifa, c’era una riunione dei presidenti delle Confederazioni, Blatter ci ha chiesto di riveder la nostra posizione rispetto al comunicato molto duro fatto ieri, di ripensarci, di sostenere la Fifa. Gli ho chiesto di dimettersi perché non ne posso più. gli ho detto che deve avere il coraggio di farlo, lui mi ha risposto che ormai era troppo tardi. Gli ho detto che ero dispiaciuto che non capisse la situazione. Gli ho parlato da amico, perché lavoriamo insieme da tantissimi anni”. Platini ha anche lanciato un appello “votate per il principe Alì, la Uefa farà così”.

Sono con Blatter. Si sono schierati con Blatter sia la Confederazione asiatica (Afc) che la Confederazione africana (Caf), che si sono opposte al rinvio delle elezioni. Qualche sostegno al giordano Ali potrebbe arrivare invece, oltre che dall’Uefa, dalla Confederazione sudamericana (Conmebol) e da quella del centro e nord America (Concacaf).

Mosca e la paura del complotto. Dall’intervento in sostegno delle opposizioni in altri paesi a quello contro la corruzione della Fifa. È il ruolo degli Stati Uniti oltre i loro confini che la Russia critica. La sindrome della fortezza assediata è di nuovo scattata in Russia in risposta alle inchieste su dirigenti della Federazione internazionale calcio. E l’equazione Blatter uguale ad Assange e Snowden proposta oggi da Vladimir Putin si completa nell’immagine di un paese confinato e minacciato. Prima ancora della risposta del Cremlino – Putin ha impiegato più di 24 ore per commentare le inchieste che puntano anche all’assegnazione della Coppa del mondo del 2018 alla Russia- era arrivata ieri sera la dichiarazione del ministero degli Esteri, per cui gli arresti di Zurigo costituiscono “solo l’ultimo caso in cui la legge americana viene applicata in modo extraterritoriale. Chiediamo ancora in modo insistente a Washington di provare a smettere di proporsi come giudice oltre i suoi confini”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Aleksandr Lukashevic. Ma la retorica è stata costruita già dalla mattinata di ieri, l’apertura dei telegiornali delle televisioni pubbliche e l’ondata di commenti sui social esprimevano un identico messaggio: è in atto un complotto degli Stati Uniti contro la Russia. “L’occidente sta andando davvero oltre. Ora gli Stati Uniti vogliono togliere la Coppa del mondo alla Russia”, uno dei tanti tweet con toni e contenuti simili. Il sito del giornale SovSport ha proposto un sondaggio in cui si chiede ai lettori di esprimere la loro opinione proprio su questo, di dire se le inchieste contro la Fifa sono un “complotto contro la Russia” o il tentativo di fare fuori Sepp Blatter.

Trasparency International. La vice direttrice della organizzazione anti corruzione Transparency International, Elena Panfilova, ha denunciato l’opacità delle relazioni fra Russia e Fifa: “Non ne sappiamo nulla, non sappiamo perché sia così stretta…è difficile capire cosa stia accadendo, quali siano gli accordi”, ha affermato, chiedendo le dimissioni di Blatter. Transparency international è appena stata inserita nell’elenco degli “agenti stranieri” in cui finiscono le organizzazioni non governative che si occupano di politica e ricevono finanziamenti dall’estero, una legge introdotta nel 2012 proprio per proteggere la fortezza Russia.

L’allarme degli sponsor. Intanto la Visa si è unita al coro d’allarme degli sponsor della Fifa, esprimendo “profonda delusione e preoccupazione” per quanto è emerso. Senza “passi rapidi e immediati” per risolvere la questione, avverte la nota, “riesamineremmo la nostra sponsorizzazione”. Preoccupazione è stata espressa anche dalla Nike, mentre altri partner come Adidas e Coca-Cola hanno chiesto alla Fifa di aumentare la trasparenza e di risolvere le controversie.