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Dopo Si, al Pd chiude anche Mdp. Renzi sempre più solo

Tempo scaduto, se ne parlera’ dopo il voto. I rappresentanti di Mdp e SI, Guerra e Marcon, chiudono qualsiasi discorso di alleanza con il Pd. Dopo l’incontro con Fassino (presenti anche Damiano e Martina) e’ rottura definitiva. Per i dem resta l’asse con Campo progressista: domani – spiegano fonti parlamentari – si dovrebbe chiudere. E’ previsto un incontro tra Fassino e gli emissari di Pisapia e c’e’ un discorso avviato anche con Bonino che potrebbe sfruttare il movimento di Tabacci per evitare la raccolta di firme. Dunque cominciano a delinearsi i confini dell’alleanza. La chiusura del ‘dossier’ arrivera’ la prossima settimana dopo la Leopolda ‘elettorale’ renziana che si terra’ da venerdi a domenica. Ci sara’ poi una lista al centro: con Casini, Dellai, De Mita e probabilmente anche Alfano. Nella direzione di venerdi’ si prevede una spaccatura in Ap: Formigoni e gli altri lombardi sono per una separazione consensuale (porteranno in direzione un documento), Lupi e’ per la strada dell’autonomia, Alfano potrebbe prendere tempo ma facendo capire – con lui Lorenzin, i calabresi di Gentile, i siciliani, un gruppo di deputati (Cicchitto e Pizzolante in primis) e di senatori che oggi si sono visti a palazzo Madama – che la strada e’ quella di un affiancamento al Pd. Non ci saranno dunque gli ex dem. Bersani e gli altri dirigenti di Mdp non chiudono dopo le urne ad un eventuale governo di un centrosinistra ristrutturato e rivisto. Dipendera’ dai rapporti di forza – e’ la premessa – ma senza l’opzione Renzi sul tavolo e su temi convergenti ci sara’ la disponibilita’ ad aprire, viene riferito. Bersani con i suoi e’ categorico: altro che rottura. Noi – argomenta – stiamo dando un contributo al centrosinistra, se non ci siamo noi i voti vanno a Grillo o a Casapound.[irp]

Il ragionamento che l’ex segretario del Nazareno fa ai fedelissimi e’ sempre lo stesso: senza di noi ci sarebbe gente che si mette in testa strani pensieri e cosi’ arriva la robaccia. Bersani e’ consapevole che la destra potrebbe vincere alle elezioni ma e’ convinto che con questa legge elettorale difficilmente avra’ la possibilita’ di formare un governo. Sara’ poi il Parlamento a decidere, questa la tesi. E, sostiene Bersani secondo quanto riferiscono le stesse fonti, i voti che Mdp recupera nella quota proporzionale sono molti di piu’ di quelli che il centrosinistra perde nei collegi uninominali. Quindi “nessuna alleanza che i cittadini non capirebbero”. L’esempio e’ Genova. La prova e’ che in quell’occasione si perse comunque e il segnale che arriva dal territorio e’ che quei voti che non vanno al Pd di Renzi, andrebbero ai populisti se non ci fosse Mdp. La strada di Mdp verra’ tracciata il 3 dicembre: l’auspicio e’ che Grasso (“non ho sciolto la riserva”, ha fatto sapere) si metta alla testa del progetto. Renzi dal canto suo si rimette alle parole di Fassino per commentare la rottura della trattativa con Mdp-SI sulla coalizione di centrosinistra. Esprime solo rammarico. Non che i dem nutrissero molte speranze di arrivare a un accordo con gli ex compagni di partito. I segnali degli ultimi giorni erano stati tanti e tali da cancellare il sorriso anche al piu’ ottimista dei renziani. Le parole di Bersani, domenica mattina, avevano aperto uno spiraglio quando il leader Mdp aveva detto di “non mettere limiti alla provvidenza”.[irp]

Subito dopo il gong suonato da Speranza aveva riportato tutti alla realta’: “Renzi e’ un nome del passato”. Ora, come dice Fassino, “si continua con le altre forze con cui il Pd ha interloquito” in maniera fruttuosa, a cominciare da Campo Progressista. Tuttavia, tra chi sta seguendo il segretario in giro per l’Italia sul treno Pd comincia a circolare l’idea che, anche all’interno di Articolo 1 – Mdp, ci possano essere esponenti forti sui territori interessati a tornare alla casa madre del centro sinistra, passando eventualmente per Campo Progressista. Per il momento si tratta solo di una ipotesi, generata dalla constatazione che Mdp non e’ affatto un movimento compatto, ma e’ attraversato da varie sensibilita”. La strada per arrivare alla formazione delle liste, viene anche fatto notare, e’ ancora molto lunga e ci sono margini per tentare chi, nel partito di Bersani e Speranza, non ha assicurato il posto. Oltre a questo, c’e’ la convinzione fra i dem che a Mdp convenga ancora l’apparentamento con il Pd in chiave di seggi. “Si e’ detto no a proposte innovative, siamo al lavoro per una nuova stagione del centrosinistra”, sottolinea Fassino. In realta’ anche all’interno di Mdp c’e’ chi critica le parole pronunciate da chi ha incontrato l’esploratore dem. “E’ una questione di tattica e modalita’. Bisogna parlare di programmi, non dare la sensazione di rinchiudersi in un recinto”, afferma un ex Pd.[irp]

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redazione