Politica

S’allarga indagine Russiagate. Miss Universo e affari, Trump nel mirino della giustizia

Robert Mueller non molla. Lo speciale procuratore che indaga sul Russiagate, ovvero sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali Usa e sulla possibili collusioni tra la campagna elettorale di Donald Trump e il Cremlino, ora ha puntato i fari sugli affari del miliardario in Russia prima della sua discesa in campo per la Casa Bianca nel 2016. Ad alcuni testimoni ascoltati da Mueller, sarebbero state chiesti, tra l’altro, chiarimenti sulla tempistica relativa alla decisione di Trump di correre per la Casa Bianca. Domande avrebbero riguardato anche la possibilita’ che i russi avessero, o sostenessero di avere, informazioni compromettenti su Trump. Inoltre, l’attenzione e’ stata posta sul concorso di Miss Universo che si tenne nel 2013 a Mosca e sul progetto, poi fallito, di realizzare una Trump Tower nella capitale russa. In particolare, hanno riferito alcune fonti, gli investigatori sembravano interessati a scandagliare l’ambito finanziario legato all’evento, guardando anche agli incontri avuti all’epoca da Trump con imprenditori o funzionari governativi russi e al progetto immobiliare abortito. In precedenza, gli avvocati del presidente americano avevano sostenuto che i rapporti commerciali di Trump precedenti al suo ingresso alla Casa Bianca non rientravano nell’ambito che Mueller era autorizzato a indagare. Dunque, si allarga l’indagine portata avanti dal procuratore speciale del Russiagate. E, sempre nell’ambito dell’inchiesta Russiagate, è stata fissata per il 17 settembre prossimo la prima udienza del processo contro Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale del presidente americano Donald Trump, accusato di riciclaggio di denaro sporco e mancata registrazione come agente straniero.

Stando così le cose, il processo, fissato dal giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti, Amy Berman Jackson, arrivera’ al culmine della campagna elettorale delle midterms, le elezioni di meta’ mandato (o di medio termine) e rappresentera’ un ostacolo non di poco conto per i repubblicani che saranno impegnati nella corsa per mantenere le maggioranze al Congresso. Intanto, a Washington Jared Kushner, genero e fidato consigliere di Trump, si e’ visto ridimensionare il nullaosta di sicurezza e non avra’ piu’ accesso ai dossier ‘top secret’ della Casa Bianca. Una circostanza, si e’ affrettata a sottolineare l’amministrazione e il suo stesso avvocato, che non avra’ ripercussioni sul suo lavoro. Trump non ha voluto commentare ma la sua portavoce, Sarah Sanders, ha sottolineato che Kushner “e’ un membro di valore nel team e continuera’ a fare il lavoro che ha fatto da quando si e’ insediato nell’amministrazione”. Il ridimensionamento del nullaosta non gli impedira’ di “continuare a svolgere il compito molto importante che gli e’ stato affidato dal presidente”, ha confermato il suo avvocato, Abbe Lowell. Il ‘Washington Post’ ha rivelato che funzionari di almeno quattro Paesi stranieri – Emirati Arabi Uniti, Cina, Israele e Messico – hanno discusso della possibilita’ di manipolare Kushner, sfruttando i suoi complessi interessi d’affari e la sua scarsa esperienza in politica estera. Non e’ dato sapere, precisa il Wp, se alcuni di questi Paesi abbiano agito di conseguenza “ma i contatti di Kushner con funzionari di determinati governi stranieri hanno sollevato preoccupazioni in seno alla Casa Bianca e questa e’ una delle motivazioni per cui lui non e’ stato in grado di ottenere un nullaosta di sicurezza permanente”.

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