Si apre cantiere Demanio, 1,4 miliardi di euro per riammodernamento edifici pubblici

5 ANNI DI PROGETTI Tra i primi a partire, 34 operazioni di Federal Building, che consentiranno di concentrare nello stesso edificio gli uffici della p.a.

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Si apre il grande cantiere degli immobili pubblici. L’Agenzia del Demanio annuncia per i prossimi 5 anni progetti di razionalizzazione, ammodernamento e recupero di efficienza degli edifici della p.a. per oltre 1,4 miliardi di euro, con l’attuazione di 130 piani su tutto il territorio nazionale. Tra i più importanti a partire saranno 34 operazioni di Federal Building, che consentiranno di concentrare nello stesso edificio gli uffici della p.a. per offrire ai cittadini servizi più integrati e fruibili, generando anche risparmi per le casse dello Stato. Già in corso o in fase di avvio sono 9 “poli dalla p.a”, come li ha ribattezzati il direttore generale dell’Agenzia, Roberto Reggi. Altri 11 sono in progettazione e 14 (anch’esse in progettazione) sono le ‘cittadelle della giustizia’. La prima città “a locazione passiva zero” sarà Chieti, con la concentrazione nell’ex caserma Berardi di tutti i servizi pubblici”.

ALTRI CANTIERI A Napoli toccherà invece alla caserma Boscariello, in progettazione per riqualificare il quartiere di Scampia. Le Vele rientrano peraltro anche nei progetti di rigenerazione urbana di cui fanno parte l’ex Ergastolo dell’isola di Santo Stefano-Ventotene, l’ospedale Forlanini di Roma e l’ex Arsenale di Pavia. Il 2017, ha annunciato Reggi presentando i risultati 2016 e le prospettive per il prossimo futuro, sarà quindi “l’anno dei cantieri”. Nel 2016, per i lavori di razionalizzazione e sviluppo la spesa ha già registrato un incremento del 75% rispetto agli anni precedenti ma l’obiettivo è di una ulteriore crescita esponenziale. “Vendere e incassare senza prima investire non è possibile”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ribadendo gli sforzi del governo per la riduzione del debito, a cui anche la dismissione immobiliare contribuisce. Tuttavia la cessione del patrimonio pubblico non può essere attuata in massa e repentinamente. “Per anni – ha ricordato il ministro – si è alimentata l’idea che l’ingente patrimonio potesse essere immediatamente impiegato per abbattere il debito. Ma solo una frazione di questo patrimonio è disponibile all’alienazione”, ha puntualizzato. Per alienare parte del patrimonio pubblico “è innanzitutto necessario spostare gli uffici” ma soprattutto “è necessario investire”. “Gli investimenti – ha insistito – sono imprescindibili. Si parla di bonifiche, di efficientamento, di mettere a norma gli impianti, di evitare che la cessione avvenga a valori non congrui”.