Si disperde il 42% di acqua potabile

Si disperde il 42% di acqua potabile
14 dicembre 2017

Centomila litri al secondo. E’ la quantità di acqua dispersa in Italia nel 2015 a conferma del grave problema di efficienza delle reti idriche in Italia. Il censimento realizzato dall’Istat mostra che la qualità dell’infrastrutture è in peggioramento. Nell’anno in esame, è andato disperso il 41,4% dell’acqua potabile immessa nelle reti di distribuzione, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, in significativo peggioramento rispetto al 2012 quando le perdite idriche totali erano pari al 37,4%. Le perdite reali, al netto degli errori di misurazione e dei consumi non autorizzati, sono pari al 38,3%. Si tratta – scrive l’Istat – di un volume enorme, pari a 3,2 miliardi di metri cubi che, stimando un consumo medio di 80 m3 annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche per un anno di circa 40 milioni persone. “Il miglioramento dell’efficienza dell’infrastruttura idrica – afferma l’Istat – costituisce una priorità diffusa e improcrastinabile e molti gestori del servizio idrico si sono impegnati negli ultimi anni per cercare di minimizzare le perdite e individuare quelle occulte, garantire un elevato livello di qualità nella misurazione dei consumi, effettuare un più assiduo monitoraggio del parco contatori. Nonostante ciò, le dispersioni continuano a essere persistenti e gravose lungo tutto il territorio nazionale”. Per quanto riguarda i consumi, 220 litri di acqua per abitante è la quantità erogata giornalmente dalle reti di distribuzione dell’acqua potabile per usi autorizzati, 21 litri in meno rispetto al 2012. Il volume annuo complessivo di acqua, pari a 4,9 miliardi di metri cubi, è necessario per soddisfare le esigenze idropotabili del territorio. I volumi giornalieri pro capite immessi in rete variano molto a livello regionale: dai 286 litri giornalieri per abitante immessi in rete in Puglia ai 559 della Valle d’Aosta.

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