La Sicilia vende meno all’estero nonostante sono aumentati gli operatori all’esportazione. In sintesi, è il dato che emerge dallo studio “L’Italia nell’Economia internazionale 2013-2014”, il 28esimo rapporto annuale sul commercio estero dell’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane). Secondo Roberto Luongo, direttore generale dell’Ice, “con 4.347 operatori all’esportazione la Sicilia ha conquistato la dodicesima posizione nella relativa graduatoria nazionale, dopo la Liguria e prima del Trentino Alto-Adige”. In altri termini, sono cresciuti del 5,2%, quarto tasso d’incremento in Italia. Per Luongo “si tratta di un risultato positivo sulla strada di un maggiore inserimento dell’importante economia siciliana sui mercati internazionali”. Tuttavia, nel 2013 il valore delle esportazioni della Sicilia “ha fatto segnare una battuta d’arresto”, portandosi poco sopra quota 11 miliardi di euro, con un calo del 14,8% rispetto all’anno precedente. Quello del 2013 e’ comunque “il secondo miglior risultato del decennio”, dopo quello del 2012, appunto, e fa seguito a tre anni consecutivi di forte crescita seguiti alla crisi del 2009.
Ancora cifre snocciolate dal direttore generale. L’incidenza dell’export siciliano sul totale delle vendite all’estero dell’Italia e’ scesa di 0,5 punti, attestandosi sul 2,9%. “Ne e’ conseguita una discesa di due posizioni della Sicilia nella graduatoria nazionale delle regioni esportatrici, dall’undicesima alla tredicesima”. Si segnala anche un modesto decremento per le importazioni della regione, diminuite nel 2013 del 4,7%, “anche in questo caso in controtendenza rispetto al triennio precedente”. Con riferimento ai principali mercati di sbocco, l’export siciliano e’ risultato in calo in nove dei dieci paesi piu’ importanti per la regione, mentre e’ cresciuto del 15,6% in Libia, a quota 786 milioni di euro. Riguardo alle principali aree geoconomiche, variazioni particolarmente positive si sono registrate per Asia orientale (+9%) e Altri paesi africani (+37,4%), mentre l’andamento e’ stato negativo in Europa (-21,7% nell’Unione Europea e -2 negli altri paesi non UE), Africa settentrionale (-41,8) e America (-42,7 % negli Stati Uniti). L’analisi disaggregata per settori rivela una certa polarizzazione, con settori in miglioramento anche notevole, come sostanze e prodotti chimici (+7,5%), prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+7,1%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (12,9%).
Tali variazioni positive sono state piu’ che compensate da contrazioni in un certo numero di altri settori, tra i quali determinante si e’ rivelato, per il risultato complessivo della regione, coke e prodotti petroliferi raffinati che si e’ portato a quota 7,6 miliardi di euro, perdendo il 22% rispetto al 2012 e tornando attorno al livello del 2011. Su questo dato ha verosimilmente inciso la sospensione delle attivita’ della raffineria di Gela. Con riferimento all’interscambio di servizi, nel 2013 la Sicilia ha rappresentato la seconda regione esportatrice del Mezzogiorno con un incremento delle vendite all’estero del 20,5% rispetto all’anno precedente. I dati sul primo trimestre del 2014 confermano la tendenza negativa, con una diminuzione del 16,1 per cento delle esportazioni e del 14,6 per cento delle importazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Per quanto riguarda le esportazioni, e’ continuata la crescita di prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura (+2,7%) cui si e’ accompagnato l’aumento relativo ai prodotti alimentari (+12,6%). Sono invece risultate in netto calo le vendite di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, scese del 17,9% a quota 1.566 miliardi di euro, e quelle di sostanze e prodotti chimici (-26,2%).