Si vota sull’Italicum, ribelli alla conta

È slittato a questa mattina il voto del Senato sul maxi-emendamento Esposito che contiene tutte le modifiche dell’Italicum concordate dalla maggioranza rispetto alla versione licenziata dalla Camera. Ma la giornata di ieri è destinata a cambiare profondamente gli equilibri della compagine che dovrebbe portare a destinazione tanto la riforma della legge elettorale che quella del Senato. Dopo la sostanziale intesa tra Renzi e Berlusconi, infatti, tanto il Partito Democratico che Forza Italia si sono spaccati.

Una trentina di parlamentari Pd, guidati dal bersaniano Gotor, hanno firmato l’emendamento che punta a cancellare dall’Italicum i capilista bloccati per lasciare spazio esclusivamente alle preferenze, e hanno tenuto il punto anche nel corso dell’assemblea con il premier, durante la quale 29 senatori hanno abbandonato l’assise e uno si è astenuto durante il voto. Scene analoghe in Forza Italia, dove 13 senatori (ai quali vanno aggiunti 7-9 di Gal) – la cosiddetta area dei «fittiani» – si è schierata contro l’articolo che consegna il premio di maggioranza alla lista vincitrice piuttosto che alla coalizione, nonché contro l’abbassamento della soglia di accesso al Parlamento al 3%. In virtù di questa situazione, per Renzi è diventato necessario il soccorso azzurro di Forza Italia, o almeno di una sua parte. Soccorso che Berlusconi gli ha garantito.

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