Sicilia, sono 6 i candidati e deputati indagati o arrestati. Ecco chi sono
Tre esponenti sono di FI, coinvolti anche il M5S, l’Udc e Sicilia Futura
L’indagine nei confronti di Luigi Genovese, il 21enne neo deputato alla Regione Sicilia, eletto con Forza Italia alle ultime elezioni ed indagato dalla Procura di Messina per riciclaggio, è solo l’ultima delle vicende giudiziarie che hanno interessato candidati o neo eletti all’Assemblea regionale. Con Genovese infatti salgono a 6 le persone coinvolte nelle elezioni o nella campagna elettorale ed implicate in inchieste di varie procure siciliane: degli eletti, uno è stato arrestato (dell’Udc) e tre indagati (due di Forza Italia, uno di Sicilia futura); due, invece, i candidati arrestati (di Movimento 5 Stelle e Forza Italia).
CATENO DE LUCA – L’8 novembre i carabinieri e la guardia di finanza di Messina arrestano il neo deputato regionale siciliano Cateno De Luca e il presidente della Fenapi (federazione piccoli imprenditori) Carmelo Satra. I due sono accusati di essere i promotori di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1 milione 750 mila euro. De Luca – finito ai domiciliari – era stato eletto due giorni prima in Regione tra le fila dell’Udc, lista che sosteneva la candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione. “Sapevo già che mi avrebbero arrestato, perché già certi ambienti mi avevano avvertito: oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici, archiviati o con sentenza di assoluzione”, ha scritto poi De Luca su Facebook dagli arresti domiciliari.
RICCARDO SAVONA – Truffa e appropriazione indebita. Per queste accuse la Procura di Termini Imerese indaga Riccardo Savona, eletto alla Regione Sicilia nella lista di Forza Italia con 6.554 voti. Con lui è indagata la moglie, Cristina Maria Bertazzo. Secondo i magistrati, Savona avrebbe dato vita ad una serie di compravendite immobiliari ritenute “fittizie” dagli investigatori, con l’unico scopo di farsi consegnare, da investitori facoltosi, somme di denaro in contanti. Le cifra della truffa si aggirerebbe intorno al mezzo milione di euro. Il deputato, che si è detto assolutamente sereno, si è dichiarato estraneo ad ogni accusa, parlando di una “montatura” costruita ad arte.
EDY TAMAJO – Il neo deputato Edy Tamajo, eletto con Sicilia futura a sostegno del candidato del centrosinistra Fabrizio Micari, è indagato dalla Procura di Palermo con altre tre persone per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale: per gli inquirenti avrebbe comprato parte dei quasi 14 mila consensi ottenuti pagando 25 euro a voto. Era stato il più votato a Palermo e il terzo in Sicilia per numero di consensi. “Posso affermare, senza timore di smentita , di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo”, ha scritto Tamajo su Facebook.
LUIGI GENOVESE – Luigi Genovese, 21 anni, eletto alle ultime regionali siciliane con oltre 20mila preferenze in Forza Italia, è coinvolto in un’inchiesta sul riciclaggio della Guardia di finanza di Messina, che ha sequestrato beni mobili e immobili, società di capitali, conti correnti, ed azioni riconducibili al neo deputato, al padre ed ex deputato siciliano Francantonio Genovese e ad altri familiari. Sono tutti indagati per riciclaggio di denaro. Nell’inchiesta della Procura di Messina le Fiamme gialle hanno consentito di trovare fondi esteri per oltre 16 milioni di euro, schermati da una polizza accesa attraverso un conto svizzero presso la “Credit Suisse Bermuda”. Il padre di Luigi Genovese, l’ex deputato Francantonio, era stato condannato in primo grado a 11 anni per corruzione.
FABRIZIO LA GAIPA – Il 14 novembre la Squadra mobile di Agrigento arresta (ai domiciliari) con l’accusa di estorsione l’albergatore 42enne Fabrizio La Gaipa, primo dei candidati non eletti del Movimento 5 Stelle nella provincia di Agrigento alle regionali. L’attivista grillino finisce ai domiciliari dopo essere stato accusato da due suoi dipendenti di presunte irregolarità sulla stipula dei contratti di lavoro e sui compensi dichiarati ed effettivamente versati ai lavoratori. Le indagini, coordinate dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, coinvolgono anche il fratello del grillino, Salvatore La Gaipa, per il quale è stato disposto il divieto di dimora. La Gaipa aveva ottenuto oltre 4mila voti ed era intervenuto al comizio che il candidato pentastellato alla presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri, e il vice presidente della Camera Luigi Di Maio avevano fatto ad Agrigento nel corso del lungo tour elettorale che aveva visto il Movimento 5 Stelle attraversare tutta la Sicilia. Molto presente sui social network, La Gaipa aveva promosso la sua campagna elettorale attraverso numerosi video in cui si scagliava contro la mala politica e la mala amministrazione.
ANTONELLO RIZZA – Il 14 ottobre la polizia arresta il sindaco di Priolo (Siracusa) Antonello Rizza, con l’accusa di truffa, tentata truffa e trubativa d’asta nell’ambito di una inchiesta che vede coinvolti anche due dirigenti del Comune e un imprenditore. Il primo cittadino, finito ai domiciliari, era candidato alle elezioni regionali con Forza Italia, a sostegno di Nello Musumeci. I fatti contestati a Rizza risalgono alla seconda metà del 2016 e sono relativi a un presunto raggiro su appalti pubblici per forniture all’amministrazione siracusana. Per gli altri indagati coinvolti nell’inchiesta è stato disposto l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Per due indagati è stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni per oltre 100mila euro.